Note di regia del documentario "The Cambodian
Room - Situations with Antoine D'Agata"
Ciò che ci colpisce di più nel lavoro di Antoine D’Agata è il suo modo di archiviare con le immagini le proprie esperienze di vita estrema, come a cercare un riparo dal fluire inarrestabile del tempo. Questo tentativo, che è proprio di tutta la fotografia come mezzo espressivo, è quindi resistenza alla morte. Ma in lui, la consapevolezza della fine alimenta in modo esasperato la forza espressiva delle fotografie.
Le immagini di Antoine D’Agata compongono un diario intimo e frammentario dei rapporti del fotografo con i propri soggetti, prostitute e pusher incontrate nelle sue derive notturne ai margini della società. "
The Cambodian Room: Situations with Antoine D’Agata" è un film sulla sua arte autobiografica. Il documentario è diventato così una sfida fatta di personaggi, di storie, di esperienze da cercare e vivere con Antoine D’Agata per raccontare ciò che c’é dietro lo scatto fotografico, il vissuto che genera la potenza delle sue immagini. Così lo abbiamo raggiunto a Phnom Penh e abbiamo lasciato che le situazioni si raccontassero da sole.
E le situazioni ci raccontavano della crisi, profonda, esistenziale e artistica di Antoine D’Agata. Potremmo affermare che ogni documentario in cinema direct è di per sé "situazionista" per definizione, e allo stesso tempo, possiamo forse dire che la crisi è indispensabile alla creazione artistica, o almeno in Antoine D’Agata, è condizione endemica del "fare arte" e del "vivere", necessità disperata di toccare il fondo per sfidare i propri limiti.
Tommaso Lusena e
Giuseppe Schillaci