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Alessandro Angelini e Agostino Ferrente: due
"protagonisti" al Know Future Festival


Alessandro Angelini e Agostino Ferrente: due
Più che un festival, un'occasione per discutere e interrogarsi sui legami tra spettacolo e mondo del lavoro. Così si presenta il “Know Future Festival – Conosci il tuo futuro”, evento aperto e chiuso nella stessa giornata di ieri, 28 gennaio presso la “Casa del Cinema” di Roma, promosso dagli assessorati al Lavoro, Pari Opportunità e Politiche Giovanili della Regione Lazio, con il patrocinio del Ministero della Gioventù.

Tanti gli argomenti snocciolati nel corso del pomeriggio da professionisti del mondo della comunicazione, dinnanzi ad un folto pubblico di studenti e non, dalla realizzazione di una web tv all'utilizzo dell'animazione, dalle infinite potenzialità del mondo della musica al cinema documentario. Protagonisti di uno speciale incontro condotto da Ginella Vocca, presidente del “MedFilm Festival”, sono stati i registi Alessandro Angelini e Agostino Ferrente, che hanno parlato delle esperienze che li hanno portati a scegliere questo mestiere.

Alessandro Angelini, dopo una breve e altalenante carriera da fotoreporter, ha ammesso di essersi avvicinato al mondo del cinema facendo molta gavetta: "Mentre ero all'università presi contatti con la produzione di un film che in quei giorni stavano girando a Roma, proponendomi di fare qualsiasi cosa sul set. La prima mansione che mi affidarono, fu la guida del furgone della macchina da presa e solo dopo qualche tempo mi permisero di fare qualche scatto fotografico sul set. Poi negli anni ho fatto l'assistente di produzione, il segretario fino ad entrare nel gruppo di regia che mi ha permesso di fare esperienze da assistente ad autori che apprezzo molto come Moretti, Rubini e Calopresti". Se a muovere Angelini è stata una grande passione, per Agostino Ferrente è servito altro: "Mi sono avvicinato al cinema soprattutto per disperazione, visto che nel paesino del sud da cui provengo c'era ben poco da ridere. L'arte è stato una sorta di meccanismo di fuga e ironicamente parlo del cinema come uno dei tanti luoghi in cui ho fatto danni. Non avendo affrontato corsi specifici, ho cominciato a girare cortometraggi con degli amici e poi sono arrivati i documentari, che ho sempre cercato di girare nel modo più naturale possibile".

L'incontro è stato inframmezzato dalla proiezione di due clip, il backstage di “Alza la testa” di Angelini e dei brani di “Intervista a mia madre” e “Le Cose Belle” di Ferrente. Il primo ha commentato le immagini, sottolineando le difficoltà che si hanno nel creare la realtà partendo da un copione, in presenza di un attore navigato e di un novizio: "se con Sergio Castellitto puoi andare tranquillo perchè è capace di creare possibilità sempre diverse e nuove, con il giovane Gabriele Campanelli, ci sono voluti dei consigli per portarlo a non recitare, ma ad essere il più naturale possibile. Per mantenere i giusti equilibri, il regista deve comportarsi proprio come un allenatore sportivo". Il primo dei due documentari di Ferrente mostra le storie di quattro ragazzini napoletani e il secondo è stato un ritorno negli stessi luoghi a distanza di dieci anni: "Ho cercato quattro bambini normali, non quattro casi umani che tanto fanno gola a certi autori per i loro aspetti sociologici. Ho chiesto loro di intervistare con una telecamera le proprie madri e l'effetto che si è creato è quanto di più naturale ci possa essere. Così intendo la missione del documentario, che dovrebbe raccontare la realtà semplicemente osservandola".

La serata è poi proseguita con la proiezione di due lavori di Angelini, “Ragazzi del Ghana” e “El barrilete”, due di Ferrente, “Il film di Mario” e “Intevista a mia madre” e numerosi cortometraggi di diversi autori europei. Ritenuta dalle tante istituzioni presenti un evento ben riuscito, il “Know Future Festival” è stata un'esperienza unica per i tanti giovani che vorranno costruire il proprio futuro sul mondo della comunicazione e dell'arte e per gli appassionati che hanno potuto scoprire numerosi “dietro le quinte”.

29/01/2010, 21:37

Antonio Capellupo