Stefano Missio, il cinema documentario italiano a Stoccolma
Quali sono le linee guida di questa rassegna di cinema documentario?
Stefano Missio: Historier från Italien - Storie dall'Italia presenta a Stoccolma una selezione di film documentari italiani. Nel 2009 il sottotitolo era Documentari italiani di oggi e la selezione aveva riguardato esclusivamente film di recentissima produzione che parlavano del nostro Paese. Quest’anno il sottotitolo è
Sguardi sull’Italia e sul Mondo, proprio perché abbiamo deciso di aprire a storie avvenute anche fuori dall’Italia e anche a lavori di non recente produzione. Penso ad esempio al magnifico documentario di Incalcaterra "
Terre d’Avellanda" sull’Argentina post dittatura o all’Afganistan di "
Jung" di Alberto Vendemmiati e Fabrizio Lazzaretti. Ovviamente non mancano film che parlano dell’Italia, come "
La bocca del Lupo" di Marcello,"
Valentina Postika in attesa di partire" di Caterina Carone o "
In Purgatorio" di Giovanni Cioni.
Pietro Marcello è una presenza costante a Storie dall'Italia
Stefano Missio: Sì, è vero. L’anno scorso l’avevamo invitato per presentare Il passaggio della linea. Mi ha fatto piacere che abbia accettato l’invito anche quest’anno per aprire la rassegna con il suo nuovo film. Marcello non è il solo ospite. Avremo il piacere di avere con noi anche Ila Bêka,
regista friulano che ha fatto un’operazione molto interessante di
autoproduzione/edizione/distribuzione con il suo "
Koolhaas Houselife". Il film sarà presentato venerdì 19 marzo e assieme a Ila Bêka ci sarà anche Louise Lemoine che ha co-realizzato il film. Seguirà un incontro con Mark Isitt, critico d’architettura e design, e Pio Barone Lumaga, redattore capo della rivista Loft – the Nordic Bookazine. Poi sabato 20 marzo avremo Alessandro Rossetto che presenterà il suo dittico sul Nord Est italiano, "
Bibione Bye Bye One" e "
Chiusura".
E poi c’è l’omaggio a Mingozzi..
Stefano Missio: Sì. Un doveroso omaggio al documentarista scomparso lo scorso autunno. Faremo vedere Con il cuore fermo, Sicilia, uno dei suoi lavori più conosciuti, ma anche dei documentari meno noti ma altrettanto importanti come Note su una minoranza e Il sole che muore, entrambi girati in Canada e prodotti da un altro personaggio importante del documentario italiano, Gian Vittorio Baldi. E sempre Baldi ha prodotto anche l’altro film-omaggio che proietteremo qui, "
Appunti per un’Orestiade africana" di Pier Paolo Pasolini.
La rassegna si svolgerà come l’anno scorso all’Istituto Italiano di Cultura?
Stefano Missio: No. Quest’anno abbiamo scelto di proiettare i film al Kulturhuset Stockholm, la magnifica struttura opera di Peter Celsing. Lo scorso anno avevamo aperto e chiuso la rassegna al cinema Victoria (mentre il resto delle proiezioni si erano svolte all’IIC di Stoccolma, n.d.r.). Credo che il Kulturhuset sia uno spazio molto interessante, con una buona promozione degli eventi programmati.
Ci spieghi un po’ la scelta delle foto usate come immagine per la rassegna
Stefano Missio: Le foto fanno parte di una serie di ritratti dedicati ad autori e registi italiani di cinema documentario. È un progetto che sto portando avanti da alcuni anni, ma mi manca ancora parecchio lavoro per raggiungere un numero soddisfacente di ritratti. L’idea è quella di raccogliere in una galleria d’immagini i volti di documentaristi. Volti che spesso sono poco noti o addirittura sconosciuti. Le foto sono fatte in bianco e nero, sempre con la stessa ottica fotografica e con lo stesso tipo pellicola. L’anno scorso avevamo inserito nella locandina il ritratto di Alina Marazzi, che avevo fotografato nel Salento nel 2005, quest’anno c’è Daniele Incalcaterra, immortalato a Buenos Aires nel 2006 a bordo di una “Torino”.
16/03/2010, 12:20
Simone Pinchiorri