Note di regia del documentario "Le memorie sono fatte di questo"


Note di regia del documentario
Al di fuori di una "storia ufficiale" arbitrariamente riconosciuta, codificata, accettata, esistono le migliaia di storie personali, soggettive, esclusive; storie attraverso la cui trama si scorgono e incontrano frammenti, ombre o velature della storia ufficiale. Se la prospettiva scelta per raccontare storie del passato è quella che accetta di buon grado di confrontarsi con lo slittamento rispetto alle nozioni acquisite, ai dati fissati, su un terreno di volta in volta spiazzante e inatteso, è possibile e probabile che si venga a contatto con una storia riletta, non conforme eppure riconoscibile all’interno di un “canone” definito, a questo punto ridefinito.
La instabile prospettiva è quella che abbiamo accettato in questo progetto.
Stiamo lavorando da tempo in collaborazione con alcuni archivi privati, raccolte ponderose e originali, frutto di decenni di dedizione. I semplici dati lasciano intravedere l'attenzione e la cura con cui l'archivio è stato composto, ma la nostra scelta è quella di forzare la mano, alla ricerca di una rilettura del secolo passato fatta da chi lo ha vissuto in modo intenso, decidendo di portare con sé le tracce dei momenti importanti attraverso la raccolta di documenti inediti, spesso molto personali, sempre ricchi di interesse.
Il primo capitolo del progetto più ampio è raccontato da Enrico "Ketto" Cattaneo. Ketto è nato nel 1917 in una famiglia benestante, ha attraversato il ventesimo secolo in modo avventuroso e originale. Appassionato cineasta, dagli anni trenta agli anni sessanta ha filmato con la sua cinepresa i momenti della sua vita, gli incontri, le avventure giovanili sulle montagne di Gromo, ma anche le difficoltà della guerra in Albania e in Russia, dove era a capo di uno dei nuclei cinematografici alle dipendenze dello Stato Maggiore dell’Esercito. Laureato in agronomia, non ha esitato a lavorare nei settori più disparati, per necessità o perché mosso da un entusiasmo ancora oggi contagioso. Fotografie e documenti stampati segnano le tappe del ventesimo secolo vissuto da Ketto.
È da qui che prende le mosse il nostro progetto: il racconto in prima persona effettuato da Ketto, vivacissimo, si intreccia a immagini, documenti e registrazioni audio. L'effetto è straniante, i grandi eventi del secolo passato sono precisamente leggibili sullo sfondo, ma appaiono nella quotidianità anche banale: la guerra in Albania può così apparire come noiosa, o meglio, anche noiosa; benché fisiologicamente estraneo alle vicende politiche, Ketto aiuta i partigiani quando è a Gromo, nella seconda parte del conflitto, ma rischia di essere fucilato “per errore”; sindaco di San Paolo d'Argon nel primo dopoguerra, non esita a chiamare un rabdomante quando al paese serve acqua potabile...
I materiali raccolti da Ketto Cattaneo durante la sua vita vanno dalle bellissime riprese cinematografiche degli anni trenta e quaranta ai libri rari collezionati con passione e competenza, dagli oggetti di alto artigianato alle invenzioni più bizzarre, alle splendide fotografie scattate, per esempio, durante la costruzione delle dighe in Val Seriana, quando il padre era l’ingegnere responsabile del progetto, alle pubblicazioni da lui pensate e realizzate dagli anni sessanta a oggi, avvalendosi spesso della collaborazione di grafici, artisti e professionisti i cui nomi erano e sono di spicco a livello internazionale.
Costruire un filmato partendo da questi presupposti costringe gli autori a una immersione totale in un mondo e in una visione del mondo complessi e articolatissimi. I segni lasciati in una vita vissuta in un modo tanto forte e originale sono da vagliare con attenzione, con la collaborazione di Ketto, perché il lavoro non si fermi a una visione superficiale, televisiva, ma consenta allo spettatore di leggere il ventesimo secolo attraverso il suo sguardo di protagonista consapevole.

Alberto Valtellina