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Torna al cinema Felice Farina con "La Fisica dell'Acqua"


Arriva nelle sale italiane dopo anni di cammino in salita "La Fisica dell'Acqua" di Felice Farina prodotto dalla Nina Film e da Rossellini Film & TV, una tragedia con protagonisti Claudio Amendola, Paola Cortellesi ed il piccolo Lorenzo Vavassori.


Torna al cinema Felice Farina con
Che travaglio "La Fisica dell'Acqua"! Felice Farina è libero: dal 30 aprile 2010 esce il suo ultimo, nel senso di più recente, e più complicato film. Presentato a Roma dopo anni passati tra riprese, fallimenti societari, acquisizione di diritti, montaggio e ricerca di distribuzione (Iris Film) e di uno spazio per poterlo mostrare; una storia che si può seguire anche nel documentario di Valerio Jalongo, "Di Me Cosa ne Sai", con Felice Farina alle prese con la crescita di questa sua creatura.
E proprio lì, nel documentario di Jalongo, si legge la rassegnazione di un artista che in Italia, o forse dovunque, perde l'ispirazione, la voglia di raccontare e di proporre le sue idee e sensazioni in un film, a causa delle lungaggini che precedono, accompagnano e seguono la produzione. Il caso di "La Fisica dell'Acqua" è al limite per complicazione e durata, ma la sensazione è che queste difficoltà si siano trasferite nel film che appare come un figlio amato ma arrivato troppo tardi.

La struttura è da dramma shakespiriano, con tanto di castello sul lago, di regina vedova che giace con il fratello del defunto marito tornato a caccia di titoli e denari, con il figlio geloso e vendicativo (forzatamente bambino e non adolescente) e con lo spirito del padre che torna a suggerire la verità sulla propria morte. Una storia che funziona da 400 anni e che anche nel film di Felice Farina scorre senza intoppi per tutti i 75 minuti. La storia c'è dunque, non originalissima, per quanto la si voglia inquadrare dal punto di vista del bambino con tutti i suoi risvolti umani, ma c'è. Anche gli attori ci sono; Claudio Amendola nei panni dell'odioso fratello, Paola Cortellesi in quelli della vedova madre, Stefano Dionisi nelle vesti del commissario e non solo, e Lorenzo Vavassori che interpreta il bambino protagonista. Bravi, senza dubbio, come lo stesso regista a dirigerli e muovere la macchina da presa intorno a loro.

Quella che manca è l'ispirazione, la scintilla, spenta dopo tante peripezie e non riaccesa prima della fine. "La Fisica dell'Acqua" sembra un film fatto per forza, per testardaggine, ma senza l'esigenza di raccontare qualcosa, fatto solo perché uno fa di mestiere il regista e dunque deve andare avanti e fare film.
Ma questa non è una peculiarità del film di Felice Farina ma di quasi tutte le pellicole italiane che seguono percorsi produttivi ormai assurdi, in un paese che non ha più una vera struttura cinematografica industriale. Anche nel cinema come in molti altri settori della vita civile, è sempre più forte l'esigenza di azzerare tutto. Di annullare l'attuale sistema di contributi ministeriali, di bloccare lo strapotere di due tre distribuzioni, di creare vere strutture televisive che collaborino finanziariamente, con professionalità, con il cinema. Pochi passi che non si riesce a fare, forse perché renderebbero di nuovo forte e libera un'industria che è meglio tenere addormentata e sotto controllo, facendo qualche regalo agli autori e ai sedicenti produttori per farli giocare e "tirare a campare".

22/04/2010, 13:40

Stefano Amadio