"Dopo Quella Notte": una storia vera ed emozionante
Un incidente stradale, una "classica" strage del sabato sera, che segna la vita di una compagnia di ragazzi della "Roma bene" è lo spunto con il quale
Giovanni Galletta pone inizio alla narrazione della sua opera prima; se così la si può definire, in quanto già autore di due cortometraggi e quattro mediometraggi, con i quali ha vinto circa trenta premi nei festival nazionali del settore; un film corale e profondo sul senso della vita. E' proprio quest'ultimo aspetto il filo conduttore della pellicola, dove il protagonista assoluto è la storia, che cresce piano piano con i drammi esistenziali di un gruppo di giovani e non solo, ma anche dei "grandi" che ruotano intorno a questo manipolo di amici che si perdono per poi ritrovarsi a "nuova vita". "
Ho cercato di raccontare del loro sconvolgimento e la loro sensibilità nei confronti dell’evento, poi ho voluto sottolineare la perdizione, il loro forte sbandamento esistenziale e personale" ha dichiarato il regista di Modena ma romano d'adozione.
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Dopo Quella Notte" riesce a colpire nel profondo lo spettatore ed a emozionarlo per la forza d'impatto che il dramma collettivo offre. E' il senso di smarrimento della società moderna ed il dolore che isola le persone e le pone davanti alla riflessione ad interrogarsi, a maturare. I personaggi crescono, come è un crescendo tutto il film, quasi una "analisi" personale, che porterà a dei cambiamenti radicali nel modo di concepire la vita. Il regista "gioca" anche con molti stereotipi della società moderna, dove vi è ancora quella sorta di "ripudio" verso quello che è considerato ancora il "diverso". Inoltre pone l'accento anche sulla mancanza di dialogo, non solo tra persone molto vicine tra di loro, ma anche tra genitori e figli.
Il cast del film è un mix ben affiatato tra attori emergenti e "volti noti", tra i quali spiccano le struggenti intepretazioni di
Lucrezia Piaggio,
Francesca Ferrazzo,
Emanuaela Aurizi, del sempre bravo
Enrico Lo Verso nai panni del portiere d'albergo, e di
Maurizio Mattioli, fatto recitare nel ruolo drammatico del prete, lontano dai suoi canoni abituali, un po' come ha fatto Pupi Avati con Christian De Sica ne "
Il Figlio più Piccolo".
Giovanni Galletta usa molti primi piani, pone la sofferenze davanti allo spettatore nei volti dei personaggi, sguardi che mutano, che accompagnano il percorso di vita di ciascuno di loro, che ricordano un po' il cinema dei fratelli Dardenne come anche la tematica del difficile rapporto tra il mondo degli adolescenti e quello degli adulti. La storia è accompagnata delle bellissime musiche di
Riccardo Della Ragione, che riescono a dare ancora maggiore incisività ai drammi esistenziali dei protagonisti.
Il film è prodotto da
Andrea Iervolino per
Merier Production e è stato acquisito dalla
Digital Cinema di
Andrea Minardi e distribuito in sala dalla
Iris Film.
10/07/2010, 11:54
Simone Pinchiorri