"L'Amore Buio" di Antonio Capuano: la storia
di disperazione e amore di Ciro e Irene


Presentato alle Giornate degli Autori della Mostra del Cinema di Venezia "L’Amore Buio" di Antonio Capuano, prodotto dalla Ellegiemme in collaborazione con Rai Cinema e Fandango. "L’Amore Buio" è una storia di disperazione e amore, di dolore e gioia, sentimenti lontanissimi gli uni dagli altri che a volte possono essere, purtroppo, tragicamente molto vicini.


"L’Amore Buio" è un film accorato, forte ma allo stesso tempo sorprendentemente delicato.
Siamo nella città del sole e del mare, alla fine di una bella domenica spensierata quando quattro ragazzini violentano Irene, un’adolescente della stessa età. La mattina seguente, Ciro, uno di loro, decide di andare a denunciare se stesso e gli altri, beccandosi due anni di galera. Alla fine però, quei due mondi tanto diversi, i mondi di Ciro e Irene, finiranno con l’attrarsi, col mescolarsi e, infine, fondersi. Da lontano si attraggono. Ciro nel carcere di Nisida (uno dei posti più belli dell’hinterland napoletano) e Irene nella casa dove vive con la famiglia, in uno dei posti più belli della città, capiranno che sono destinati a un inesorabile e inevitabile avvicinamento.

Antonio Capuano, il regista, ha detto che pensa al suo film come a "un viso, a una voce, a due occhi che lo guardano". E come a una luce, anzi a due facce luminose di uno stesso intero. La luce di Ciro è colorata, estrema, accesa, quasi febbrile, quella di Irene pallida, pulita, fredda, elegante. Due mondi, quello proletario della strada e quello borghese e chiuso delle case delle zone raffinate. Il mondo picaresco e quello, almeno in apparenza, bene istruito e bene educato delle famiglie “normali”.
Il regista è andato a cercare i due attori protagonisti nelle scuole, nei licei e negli istituti professionali della città. Quando li ha trovati, ha sperato che si piacessero. I due si sono incontrati solo una volta sul set e si sono ignorati. Capuano ha raccontato che lavorare con i giovanissimi è come fare un salto nel vuoto e che ha tenuto i due ragazzi per mano, uno con la destra e l’altra con la sinistra. Loro attraverso lui si sono toccati e tenuti insieme e hanno dato, per l’appunto, luce e voce a un film sorprendente e forte, tagliente come una lama ma brillante di energia purissima.

02/09/2010, 08:22

Claudia Verardi