"Niente Paura": quando le canzoni di un artista raccontano la società
"
Niente paura" è il film di
Piergiorgio Gay sulla musica di
Luciano Ligabue, coprodotto da
Valerio de Paolis,
BIM e
Lionello Cerri. L’idea era quella di raccontare un musicista italiano per ripercorrere gli ultimi trent’anni del nostro Paese. La questione è sapere se le canzoni possono raccontare la società e se il percorso artistico di un cantante come
Luciano Ligabue può delineare un profilo di come eravamo e di come siamo adesso. La musica, specie quella popolare, parla e racconta della gente meglio di tanti studi di analisi sociologica o saggi di antropologia. Tutto parte dall’emozione e dal ritmo viscerale del suono, legato a ogni nostro ricordo, fantasia, suggestione.
Le canzoni sono legate sempre a momenti particolari della nostra vita, così come alla vita storica e sociale di un Paese. La musica può celebrare un momento della vita, può diventare rito – anche nel senso più laico del termine – e può accompagnare lo scorrere della vita personale, ma anche di quella sociale e politica. La musica è dunque memoria personale e collettiva, nel senso duplice di memoria di un Paese e memoria di tante persone insieme. Il regista ha scelto
Luciano Ligabue perché è uno dei musicisti italiani di oggi tra i più popolari, perché ai suoi concerti sono stati proiettati sui maxischermi gli articoli della Costituzione italiana, perché nel video "
Buonanotte all’Italia" alle sue spalle scorrono i visi delle persone che hanno fatto qualcosa per il nostro Paese. Ligabue alla fine dei concerti spesso chiude con questa frase: "
Buona notte a tutti quelli che vivono in questo Paese ma non si sentono in affitto, perché questo Paese è di chi lo abita e non di chi lo governa". E ancora, sempre Ligabue: "
Le canzoni possono essere utili e io sono contento di sentire che forse ogni tanto le mie sono state utili a qualcuno".
In conclusione, "
Niente Paura" è un film documentario sull’identità nazionale non razzista, né regionalista, che racconta in modo né ideologico né didascalico la realtà da cui proveniamo dalla fine degli anni Sessanta in poi, attraverso le storie di uomini e donne comuni, persone conosciute dallo stesso Ligabue.
06/09/2010, 11:23
Claudia Verardi