Note di regia del film "Diciottanni - Il Mondo ai Miei Piedi"
Con questo film, attraverso il personaggio di Ludovico e i rapporti che instaura con i suoi coetanei e con le donne, volevo gettare uno sguardo su alcuni comportamenti che mi sembrano il sintomo di un certo disorientamento e di una difficoltà nel rapporto fra generazioni tipico della nostra società.
Ludovico, il protagonista, è un ragazzo orfano cresciuto con valori affettivi deviati che non riesce a relazionarsi completamente con i ragazzi della sua età. Un ragazzo di bell’aspetto che, cresciuto senza nessun tipo di educazione sentimentale, si ritrova a vagare nel mondo femminile senza bussola e senza capire cosa sia veramente l’amore. Conosce il sesso come unico mezzo di comunicazione e per questo è attratto dalle donne più grandi, quelle più adatte a farlo sentire amato.
Attraverso la vita di Ludovico volevo, dall’altro lato, mettere in risalto alcuni comportamenti tipici di certe donne della mia generazione, che per disperazione si sono riducono a inseguire chimere, cercando l’amore di ragazzi molto più giovani, pur di non subire il mostro crudele della solitudine.
Come ad esempio Luisa, la madre di Luca, che viene lasciata dal marito per una ragazza molto più giovane di lei. La donna invece di reagire a questa sofferenza, decide di seppellirla viva, così com’è, nelle braccia di un ragazzo molto più giovane di lei. Infatti, nonostante abbia l’età giusta per amare come una madre, in realtà retrocede a una fase semi-adolescenziale in cui Ludovico diviene unico e solo protagonista della sua esistenza. Se fosse stata pronta a offrirgli un amore materno, probabilmente non sarebbe stata rifiutata, ma la sua ossessione verso la giovinezza perduta la portano a non accettare il tempo che passa e a non capire come avvicinarsi davvero a lui. Quello che riesce a offrirgli è un pasto sicuro dopo la scuola e la sua la sua evanescente bellezza.
Silvia, l’insegnante di Ludovico, rappresenta invece la tipologia della donna senza figli, che dopo aver fallito nella propria vita sentimentale e annoiata da quella professionale, concentra le proprie energie mentali in uomini improbabili, che hanno l’unico scopo di farla sentire viva. La professoressa, scontenta del lavoro e non appagata della sua libertà che si rivela spesso solitudine, identifica Ludovico come un principe che per pochi istanti le fa dimenticare di essere sola e di non avere una famiglia. Silvia finge di non capire che Ludovico si avvicina a lei solo quando non sa come risolvere un compito in classe o quando vorrebbe saltare la scuola senza avere delle ripercussioni nelle votazioni di fine anno. Ludovico la rifiuta e la ricerca allo stesso tempo, riuscendo a escluderla completamente dalla sua vita nel momento in cui si innamora di Giulia.
Quest'ultima è una ragazza per certi versi simile al protagonista, ed è l’unica che inconsapevolmente parla la sua stessa lingua. Giulia, infatti, rappresenta l’emblema della donna allo stesso tempo profittatrice e assolutamente indipendente dagli uomini. Giulia è forse il personaggio più complesso perché, nonostante appaia spesso una spregiudicata sfruttatrice, riesce sempre a mantenere una buona dose di autoironia. Il suo limite è la sua cecità verso i sentimenti degli altri. L’amore del protagonista nei suoi confronti è istintivo, e per questo più vero e più forte di quello che lui stesso poteva immaginare.
Debora, la moglie dello zio, rappresenta quella categoria di donne annoiate e deluse dalla vita che rimangono legate per forza di inerzia a chi capita sul loro cammino.
È l’unica che riesce a costruire un rapporto d’affetto sincero con Ludovico, ma che non riesce a raggiungere la profondità di una relazione madre – figlio: Debora è troppo sbandata e troppo debole per potersi prendere davvero cura di lui.
L'unico che riuscirà a far capire al protagonista cosa sia l'amore incondizionato, è il suo migliore amico, quali lo porterà a fare un viaggio nel mondo dei suoi coetanei e a capire che vuol dire volere bene a qualcuno.
Elisabetta Rocchetti