I vincitori del Sardinian Sustainability Film Festival 2010
SEZIONE GENERALE - CATEGORIA DOCUMENTARI - SOTTOCATEGORIA CORTOMETRAGGI
Premio Migliore Cortometraggio
Cheyenne, Trent'Anni
Motivazione: Per aver raccontato ed “autoraccontato” con una tecnica cinematografica pulita, trasparente e a tratti poetica, una scelta di vita e di lavoro sostenibile per l’ambiente e per gli uomini. La breve storia lavorativa della “pastora per scelta” Cheyenne costituisce un esempio di apertura mentale e di coraggio. Il breve rapporto di complementarietà fra il lavoro della protagonista e le necessità ambientali del comune ospitante offrono un esempio di come lavoro, ambiente e politica possono trovare attraverso la volontà di amministratori e lavoratori illuminati una sinergia virtuosa e utile a un'inversione di tendenza sul piano dello sviluppo,
oramai indispensabile e non più procrastinabile.
Menzione Speciale
The Light Side of the West
Motivazione: Per aver saputo descrivere con pathos ed efficacia le problematiche sociali ed agroalimentari di una regione asiatica in bilico tra la dignitosa preservazione di forme tradizionali di attivazione delle risorse naturali e un destabilizzante sradicamento identitario, indotto dall'irruzione di processi economici e culturali omologanti. E per aver indicato agli abitanti del mondo globalizzato come perseguire modelli socialmente responsabili ed ecologicamente più sostenibili di vita quotidiana e di accoglienza turistica; il film illustra infatti encomiabili esempi di conduzione partecipativa delle economie locali, improntata al rispetto e alla convivenza delle diversità piuttosto che al conseguimento di guadagni economici di corto respiro e apportatori di dissesti sociali e ambientali.
SEZIONE GENERALE - CATEGORIA DOCUMENTARI - SOTTOCATEGORIA MEDIOMETRAGGI
Premio Migliore Mediometraggio (ex-aequo)
Paradiso Ritrovato - La Parabola del Giardiniere Naturale
Motivazione: Per aver permesso al pubblico di condividere con la sua creatrice un paradiso che possiamo definire ricreato, piuttosto che ritrovato, grazie all'amore, alla dedicazione ed al lavoro solitario di un essere umano, una donna, che ha dedicato la sua vita alla creazione di un modello alternativo di gestione del territorio. La ricerca di un equilibrio che si può cercare nello spazio protetto di un terreno privato, nel balcone di casa di ognuno di noi, ma anche, perchè no, nelle vaste estensioni di terreno rubate alla vita da industrie varie ed attività estrattive.
Per aver offerto a tutti uno spettacolo naturale nel suo costituirsi ed un esempio di cosa sarebbe e potrebbe offrirci di nuovo il nostro pianeta se lo abitassimo tutti con atteggiamento di amore e rispetto.
Cattedrali di Sabbia
Motivazione: Per avere saputo offrire una chiave interpretativa lucida ed efficace al processo di dismissione industriale in atto in una regione economicamente e socialmente provata come la Sardegna, senza cedere al semplicismo della retorica neo-colonialista ma approfondendo l'analisi attraverso la composizione delle storie territoriali più laceranti del recente passato isolano (da Portovesme, a Ottana, etc.). Il tema del fallimento della politica di sviluppo per poli industriali è rivelato attraverso una sequela di compagni di viaggio: gli ex-operai, chiamati a reinventarsi un'occupazione e a ridefinire la propria identità dopo la chiusura delle fabbriche.
Menzioni Speciali
Nìguri
Motivazione: Per aver saputo raccontare con amara ironia la provincia del sud Italia alle prese col cambiamento sociale generato dall’arrivo nel suo territorio degli immigrati africani. Attraverso una narrazione precisa e accorta, l’autore riesce a denunciare l’arretratezza strutturale e soprattutto culturale con cui il nostro paese accoglie i nuovi arrivati. Il tema della sostenibilità sociale è affrontato attraverso la necessità di percorsi credibili di inclusione sociale in un contesto sempre più multiculturale, attraverso la predisposizione di forme appropriate di accesso ai beni collettivi.
Strade di Casa
Motivazione: Per avere saputo descrivere in modo efficace uno dei processi in atto di destrutturazione dei concetti di “casa” e “famiglia”, intrecciando le narrazioni di molte persone che, a partire da esperienze pregresse diverse, si sono ritrovate a convivere secondo una modalità di occupazione abitativa di un ex stabile scolastico, in un'area sub-metropolitana. Come evocato dal titolo, sono molteplici i percorsi che possono condurre al processo di appropriazione individuale e collettiva dei luoghi, al punto da renderli così familiari da poterli auto-definire come casa. Si tratta di una “buona pratica”, sia sotto il profilo della sostenibilità ambientale (l'ottimizzazione nell'uso dello spazio in connessione con le economie di scala generate dall'abitare collettivo), sia sotto il profilo della sostenibilità sociale (come espressione di cittadinanza attiva, alternativa ai consueti rapporti tra pubblico e privato nel sistema di Welfare italiano e come buon esempio di coesione sociale).
Premio Speciale della Giuria
Cargo
Motivazione: Per aver saputo raccontare con rara sensibilità la condizione esistenziale di un microcosmo di lavoratori costretti a vivere per lunghi periodi di tempo isolati dal resto del mondo. Attraverso una sapiente regia e uno sguardo intriso di poesia, l’autore riesce a coniugare intensità narrativa e bellezza formale, senza mai cedere al facile patetismo e all’estetismo fine a se stesso.
La forzata permanenza collettiva in un “mondo altro”, separato fisicamente dagli spazi sociali più consueti e sospeso idealmente nelle esistenze dei singoli protagonisti, conduce ad un interessante processo di ridefinizione delle regole della convivenza, alla ricerca di una normalità parallela “necessaria” per rendere sostenibile questa modalità di vita, talvolta protratta a lungo.
SEZIONE GENERALE- CATEGORIA FICTION - SOTTOCATEGORIA CORTOMETRAGGI
Premio Migliore Cortometraggio
Io Sono Qui
Motivazione: Per avere saputo raccontare in modo asciutto ed evocativo il tema dell'emigrazione coattiva, da una terra “senza sole e senza vento”, che pur essendo splendida e struggente sembra non offrire orizzonti di realizzazione sufficientemente ampi e accessibili. Una denuncia della violenza che la scarsità di opportunità lavorative induce in molte giovani forze sarde, per le quali la scelta di arruolarsi nelle “missioni di pace” (Kosovo, Afghanistan, etc) a pagamento può sembrare spesso la sola opzione possibile, benchè il Rischio reclami a sé quella stessa gioventù che aveva cercato disperatamente di preservarsi, andando via.
Menzione Speciale
Terre al Margine. Wasted
Motivazione: Per aver saputo descrivere attraverso un linguaggio non convenzionale, frutto di una commistione fra cinema sperimentale e letteratura, il rapporto fra l’uomo e quei non luoghi che si trovano ai margini delle realtà urbane, in cui un habitat privo di identità produce uno smarrimento esistenziale sulle persone che ci vivono e operano. Il tema della sostenibilità è affrontato nella maniera più classica: mettendo a confronto due modelli di sviluppo urbano, e le loro possibili conseguenze, quasi a rinverdire, in chiave post-moderna, le paure più diffuse durante la prima Modernizzazione (quando il passaggio verso la città moderna dalla comunità locale di sangue e di spirito veniva alternativamente definito o come deleterio rispetto alla Tradizione e alienante per il soggetto coinvolto o come l'unica espressione possibile del progresso.
SEZIONE SCUOLE - CATEGORIA FICTION - SOTTOCATEGORIA CORTOMETRAGGI
Premio Migliore Cortometraggio
Così Come Sono
Motivazione: Per avere saputo ricostruire l'insostenibile e solo apparente leggerezza dell'essere di una vita adolescente, colta nell'assoluta normalità della sua routine, lungo i fili di una storia minima che si fa esemplare di un intero mondo sociale. Il tema è trattato in maniera del tutto credibile sotto ogni profilo: le ambientazioni, il linguaggio schietto, l'eccellente prova di recitazione della giovane protagonista, talmente accurata da rendere labili i confini tra racconto di vita di stampo etnografico e fiction.
Menzione Speciale
Il Pane della Memoria
Motivazione: Per avere saputo declinare pregevolmente, sin dal titolo, l'esigenza formativa di “alimentazione e nutrimento della memoria collettiva”, con particolare riferimento alle generazioni più giovani e ignare della potenziale ricorsività delle tragedie storiche che hanno segnato il Novecento, in particolare quella che per eccellenza viene definita “l'Olocausto”.
05/01/2011, 19:49
Simone Pinchiorri