Terminate le riprese del film di Andrea
Sbarretti su Don Pierino Gelmini
“
Senza presunzione, credo di aver fatto un capolavoro”.
Sono queste le prime parole che il regista del film
Andrea Sbarretti, ha dichiarato testualmente al produttore
Doriano Morani, impaziente di conoscere l’esito dell’opera in cui ha investito molto tempo e denaro. "
E se lo dice Andrea " - spiega Morani – "
che è uno iper pignolo e che non è mai soddisfatto di niente, deve essere vero".
E si, perché si vocifera che sul set Sbarretti sia un vero e proprio generale e che abbia una cura maniacale nella costruzione della scena, pretendendo il massimo da tutti … un po’ come fa
Don Pierino, del resto. E quindi chi meglio di lui avrebbe potuto portare sullo schermo la parabola del prete antidroga più famoso d’Italia? Ricordiamo che
Don Pierino Gelmini, fondatore della Comunità Incontro con sedi in tutto il mondo, ha salvato circa 400.000 ragazzi dalla droga, nei suoi 50 anni di lavoro.
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È un film" – dichiara
Andrea Sbarretti – "
che racconta un Don Pierino dal di dentro . Credo di aver ricreato un personaggio, veramente simile all’originale, nelle movenze, nello sguardo, nel modo di parlare".
E per far ciò, il regista ha scelto un interprete straordinario:
Fernando Altieri, 73 anni, con un curriculum di assoluto rispetto. Con Altieri, c’è stato un lungo lavoro, per collaudare gli atteggiamenti del Sacerdote, il modo di camminare, l’intercalare della sua voce. Insieme hanno studiato decine di filmati del parroco; provato e riprovato fino allo sfinimento. Non è un caso se il progetto è partito ben 2 anni fa. A dire il vero,
Andrea Sbarretti ha fatto decine e decine di casting, senza mai trovare un attore che lo convincesse appieno.
E dopo una grossa ricerca, finalmente ha trovato quello giusto. Il progetto doveva essere finito già da tempo, ma proprio la difficile ricerca del volto giusto, ha fatto slittare tutto di diversi mesi. "
Se devo fare un film con un attore che non mi convince, preferisco non farlo" – dichiarò il regista.
Fernando Altieri ha soddisfatto un po’ tutti. Il regista per primo, che come accennato sopra, ormai si è fatto la nomina di uno incontentabile. Ha soddisfatto il produttore, che ha colto la sua bravura nella recitazione e soprattutto nella immedesimazione nel personaggio. Ha soddisfatto la troupe, che ha avuto modo di lavorare con un professionista serio, puntuale e preparatissimo. E soprattutto… pensate un po’, ha soddisfatto pure
Don Pierino, che nell’ultimo giorno di riprese, ha voluto conoscere Altieri.
Don Pierino, pur mantenendo una certa cautela nei confronti dell’opera, ha manifestato il suo apprezzamento nei confronti di
Fernando Altieri.
La somiglianza tra i due è notevole, tanto che, durante le riprese al Molino Silla, un ragazzo della Comunità ha scambiato
Fernando Altieri per
Don Pierino originale.
Don Pierino è curioso di vedere il film: ha chiesto a
Andrea Sbarretti di poterlo vedere quanto prima, ma quest’ultimo ancora non lo vuole far circolare, probabilmente per aggiustare le ultime cose nel montaggio.
Si è scelto un protagonista un po’ più giovane degli 86 anni che attualmente ha
Don Pierino. La scelta è dovuta dal fatto che il film deve rappresentare al meglio l’intera epopea del religioso di Amelia, difatti
Andrea Sbarrettia, proprio per ottenere l’effetto desiderato ha scelto un’età di mezzo tra quella attuale e quella in cui ha reso celebre il sacerdote in tutto il mondo. Serviva un personaggio forte e grintoso, per cui alzare troppo l’età dell’attore, sarebbe stato controproducente alla causa.
"
Ho lavorato molto sulla sceneggiatura," - afferma il
regista - "
poiché la mia paura era quella di mettere in bocca a Don Pierino, delle frasi che lui non avrebbe mai detto. Ho letto tutti i suoi libri, i suoi giornalini, gli opuscoli. Ho cercato di capire come funziona realmente la Comunità Incontro. Sono andato decine di volte al Molino Silla e negli altri centri presenti in Umbria, ho parlato con i ragazzi ospiti, con i collaboratori di Don Pierino e con Don Pierino stesso, il quale mi ha dato fin da subito il permesso di girare il film in Comunità. Credo che abbia avuto fiducia di me, fin dal primo colloquio avuto 2 anni fa. D’altronde a lui con la sua esperienza, basta un’occhiata per capire chi ha di fronte. Il mio desiderio era quello di sfruttare le geometrie ordinatissime della Comunità, utilissime per il mio gusto di prospettive futuristiche nelle inquadrature. Diventava quindi indispensabile girare il film presso il Molino Silla. Volevo inoltre una storia fedele a ciò che avviene nella realtà. Non mi sono inventato nulla. Ambientare il film su un altro posto che non sia stato la Comunità Incontro, significava fare un film falso. Inutile. E per rendere il lavoro più veritiero, ho colto dei momenti di vita reale, girando le scene mentre dietro, scorreva l’attività dei ragazzi. Nel montaggio finale andranno quindi delle scene reali, in un mix tra fiction e documentario".
"
Il film quindi, inevitabilmente ha assorbito le regole ferree che vigono presso il centro, divenendo un film particolarmente ordinato, geometrico, per certi versi silenzioso. In Comunità vige un silenzio estremo. Non si urla, non si sprecano le parole. E nel film ogni minima parola è ben calibrata. Del resto, io odio i film logorroici. Amo sviluppare i miei film attraverso le immagini, piuttosto che attraverso i dialoghi. A mio avviso, chi sviluppa la narrazione di un film prevalentemente tramite la parola, ha una carenza di immaginazione visiva. E questo è grave per un regista, poiché un regista deve innanzitutto creare un mondo fatto di immagini".
Il film, della durata di 86 minuti, sarà proiettato in anteprima a Terni, nel mese di Marzo.
07/02/2011, 15:48