Festival di Cannes 2011: "The Tree of Life", la
vita continua e l’albero della vita cresce
Era stato annunciato come il film evento sia per la smisurata grandezza creativa di
Terrence Malick, regista di rari e preziosi film quali "
La rabbia giovane", "
I giorni del cielo", "
La sottile linea rossa", "
The New World" ("
Il nuovo mondo"), sia per la segretezza del progetto filmico, ed evento è stato ancora prima della proiezione: la
Sala Lumière (4800 posti) "marcava completo" fin dalle 07.45. Rapidamente il Festival, efficiente nell’organizzazione, ma carente nella comunicazione, ha organizzato una seconda proiezione nella
Sala del Sessantesimo (500 posti) e un’altra per i giornalisti e i detentori di inviti che non erano riusciti ad entrare a
Lumière, con la speranza che con queste tre proiezioni e quella della montée des marches di cinefili e gli estimatori del più secreto dei registi statunitensi possano essere soddisfatti. Va anche detto che nelle sale francesi "
The Tree of Life" esce già questa sera 16 maggio, In Italia invece bisogna aspettare fino al 23 maggio.
La nascita e la fine dell’universo, i primi passi dei dinosauri, l’evoluzione della natura in una spettacolarità scientifico-visionaria ottenuta di sofisticati effetti visivi e sostenuta in diverse sequenze dalla solennità dei requiem di Taverner (sequenze d’ouverture),di Preisner (nascita dell’universo) e di Berlioz danno al film, di immenso respiro la dimensione mistico-religiosa, al di fuori di ogni credo e confessione e ne fanno un’opera panteistica che accomuna gli esseri umani, la natura e le cose. Su questo Albero della vita, comune, con sfumature varie a credenze occidentali e orientali, si innesta e si sviluppa la storia di una famiglia texana della cittadina di Fisk nella tranquillità sonnolente degli anni cinquanta. Mentre nella nascita e l’evoluzione dell’universo c’è la solennità, qua per contrasto regna il pragmatismo, l’autoritarismo e il puritanismo religioso. Come lo fa per l’evoluzione dell’universo, Malick analizza puntigliosamente e nei dettagli la vita semi rurale della famiglia O’Brien e la crescita dei 3 figli, oppressi dal padre,dirigente in una fabbrica locale e frustrato nelle sue aspirazioni musicali che la fa da padre e padrone. La madre pur dolce e comprensiva si deve piegare al volere del marito. Gli attriti ed i litigi sono frequenti e il tono sale. I preadolescenti sono testimoni muti di questa atmosfera e sviluppano sentimenti di astio e di ribellione nei confronti del padre, il Signor O’Brien (
Brad Pitt che è anche produttore del film) conferisce a questo personaggio scontroso e asociale una dimensione interpretativa notevole. La drammatica morte di uno dei ragazzi rende la situazione familiare ancora più difficile. Il licenziamento del padre mette fine alla vita rurale e ad un parte dei sogni comuni, ma l’albero piantato dagli O’Brien, continua la sua crescita: è l’albero della vita che vive all’unisono con il cosmo. Jack, il protagonista, diventato adulto, (che ha il volto da
Sean Penn) ,lo si ritrova in un contesto urbano, quello di Houston, foresta di grattacieli, in acciaio e vetro, luogo galatticamente lontano da Fisk.
La vita continua e l’albero della vita cresce. Il quinto lungometraggio di
Terrence Malick, pur accolto con entusiasmo e calore dai mass media e dal pubblico non ha fatto però l’unanimità.
17/05/2011, 13:24
Martine Cristofoli