Festival di Locarno 2011: "Sette Opere di
Misericordia" in lizza per il Pardo
Anteprima mondiale oggi per "
Sette Opere di Misericordia" diretto dai
fratelli De Serio. Un’opera complessa dove i protagonisti, Antonio e Luminita, mettono a nudo la crisi di una società che circonda e influenza le nostre vite.
Il film prende spunto dalla
sette opere di misericordia corporali e dal brano del vangelo di Matteo (perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi... ) secondo cui un cristiano della Chiesa Cattolica dovrebbe comportarsi. Ogni opera di misericordia è scandita nel film da cartelli che fungono da capitoli, sottolineando ogni volta il legame delle azioni dei protagonisti in relazione alla misecordia.
Il film si sviluppa su diversi livelli, e il percorso morale della protagonista
Luminita sembra inserirsi come una bomba ad orologeria nel susseguirsi degli eventi e delle situazioni. Sono l’incongruenza e l’ironia a regnare nei diversi capitoli con situazioni che mostrano l'altra faccia delle proprie azioni.
La parabola evangelica, anche se ben scritta e chiara, non è certo semplice da applicare. Però, quando sembra non esserci più una via d’uscita, si intravede una luce inaspettata che illumina la strada verso la redenzione. E non importa se precedentemente l’essere umano ha commesso fatti biechi, aberranti e non dignitosi per un essere umano; la
pietas entra in gioco inaspettatamente prendendosi cura dei protagonisti e della loro necessità fisica e morale, diversa per entrambi ma con lo stesso grido disperato e violento. E l’incontro tra i due protagonisti, se pur fortuito, è la parte poetica del film, ricerca costante dell’identità umana e della sua crisi contemporanea.
I primi piani frontali e simmetrici richiamano l’iconografia pittorica e la storia del ritratto, mettendo l’uomo al centro del mondo, come già in altri lavori precedenti dei fratelli registi. Come anche l’uomo nudo nella sua perfezione/imperfezione. Il corpo umano è il protagonista e gradualmente diventa luce e suono in un’esplosione di puro sentimento. I pochissimi dialoghi del film sono immersi nel rumore di una città evocata e sognata, anche se lo sguardo della macchina da presa striscia lungo l’asfalto contemporaneo di una baraccopoli italiana.
08/08/2011, 15:09
Luca Corbellini