"Almeno tu nell’universo": una commedia che sfocia nel drammatico
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Almeno tu nell’universo” è il film d’esordio di
Andrea Biglione, ventiduenne figlio di Luca, che ha scritto la sceneggiatura e precedentemente diretto “
Gli ultimi della classe”. Il film del giovanissimo regista è arrivato nelle sale venerdì con poco meno di 100 copie, scelta molto coraggiosa, per il periodo di uscita, e anche per quanto concerne un’opera del genere, un lungometraggio che, attenzione, non è quel che sembra.
Il film in questione porta il titolo di una canzone, moda sin troppo consumata negli ultimi anni, e richiamerebbe quindi direttamente ad un genere di cinema adolescenziale spensierato e divertente, basato su una comicità magari fresca ma non troppo ricercata. E su questa linea procede infatti la prima parte di “
Almeno tu nell’universo”, inizialmente una storia di giovani che si innamorano oppure "cazzeggiano" alla sola ricerca del sesso finendo inevitabilmente per mettersi nei guai, come il personaggio di
Mauro Meconi che ricorda quello precedentemente interpretato da Andrea De Rosa in “
Gli ultimi della classe”.
Ma attenzione, perché nella seconda parte il film cambia registro puntando decisamente sul drammatico, ed è questa la benvenuta e coraggiosissima novità del primo lungometraggio italiano della stagione. Lentamente ma sempre più, “
Almeno tu nell’universo” precipita in una spirale di pathos che non manca di lasciare sgomenti e di angosciare profondamente, spingendo inevitabilmente a riflettere sull’immancabile ed inevitabile caducità, precarietà o anche insensatezza, delle nostre vite.
Il finale del film è quanto di più spiazzante ci si può aspettare da un’opera cinematografica che ha un incipit così già visto ed apparentemente banale; ecco perché, una volta per tutte, potremmo ricordarci di quanto sia poco intelligente continuare a giudicare in base agli stupidi preconcetti o alle vuote apparenze su cui è sin troppo facile adagiarsi.
Quello che non funziona nel film dei Biglione è forse lo scarso approfondimento psicologico dei personaggi e un po’ anche degli snodi drammaturgici della vicenda; probabilmente per questo motivo la miscela tra comico, romantico e drammatico non può convincere sino in fondo, e il cambio di registro, per quanto proposto gradualmente nella narrazione, può apparire un po’ acerbo o vagamente forzato. In più, proprio per essere critici, il personaggio di
Andrea Meconi e la sua storia cede il passo alla vicenda drammatica e finisce per perdesi per strada.
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Almeno tu nell'universo" si può sicuramente definire un’opera riuscita, se non per il divertimento magari scontato e prevedibile della prima parte, almeno per il gravoso malessere esistenziale che indubbiamente provoca l’ultima mezz’ora. Un’opera che, riesce a lasciare non solo il segno per l’originalità di un’operazione non troppo commercialmente calcolata, ma soprattutto l’impronta sulle nostre vite spesso volutamente e facilmente dimentiche della realtà che ci tocca vivere.
Una nota di merito va a
Giulia Elettra Gorietti, la cui toccante e matura interpretazione aiuta ad uscire dalla sala con lo spaesamento che “
Almeno tu nell’universo” intende lasciare allo spettatore. Infatti dalla visione del film di
Andrea Biglione se ne esce scossi, e di questi tempi non è certo un male. L’ho detto tante volte, meglio non dimenticarsi in che mondo e in che condizioni viviamo, piuttosto che scordarcelo e riscoprirci degli ingenui. Una delle missioni primigenie del cinema è proprio questa, riproporci la realtà alla quale andiamo incontro nella sua verità più o meno angosciosa.
Di certo “
Almeno tu nell’universo” non è un capolavoro, ma una bella ed inaspettata sorpresa sì.
17/08/2011, 08:22
Giovanni Galletta