Pink Subaru, il sogno di una vita sfuma in una notte
Esce il
2 settembre questa storia internazionale che ha forti radici nel nostro paese. Regista giapponese, produttore giapponese ma italiano di adozione, troupe italiana, sceneggiatori italo-palestinesi, ambientazione israeliana, attori di un po' tutte queste etnie.
Ed è forse proprio commedia etnica la giusta definizione per "
Pink Subaru", l'opera prima di
Kazuya Ogawa, giovane regista nipponico che, dopo gli studi ha deciso di trasferirsi in
Italia, trovando in
Toscana (da imprenditori giapponesi) l'occasione per girare il suo primo film.
La
Subaru (come in giapponese si chiama la costellazione delle Pleiadi, simbolo della casa automobilistica) è l'auto più diffusa in
Palestina, perché, quando nessun grande costruttore voleva compromettersi in quella zona del mondo, era l'unica presente sul mercato. La
Legacy, modello di punta, è il sogno che si avvera di
Elzober che dopo una festa con tanto di sacrificio di agnello per l'acquisto della vettura, scopre, il mattino dopo, che gli è stata rubata sotto casa.
Raggruppati una serie di curiosi personaggi intorno a se,
Elzobar (interpretato da
Akram Telawe), lancia la ricerca disperata dell'auto. Il rischio è che finisca a pezzi chissà dove vittima del traffico incessante di vetture rubate.
Piano piano scopriamo un mondo che vive in guerra forse da sempre, in alcuni divertenti frammenti di vita normale, con i carri armati e i check point assenti dal panorama e dalla storia.
"
Pink Subaru" è un film divertente che mischia molte esperienze con semplicità mostrando personaggi e situazioni reali che riescono a suscitare non poche risate.
La sceneggiatrice
Giuliana Mettini: "
La storia nasce durante un viaggio nella città di Taybs, in Israele, dove conoscemmo la storia del traffico enorme di auto rubate. Capimmo che era un modo diverso e nuovo di raccontare la Palestina e Israele; la gente normale senza parlare della guerra".
Per l'altro sceneggiatore e protagonista
Akram Telawe, "
il difficile è stato trovare una cifra artistica che potesse coniugare così tante nazionalità. Ci siamo incontrati e credo che ci siamo riusciti".
Il produttore,
Miyakawa, conferma le difficoltà di reperire finanziatori nel nostro paese dove, in Toscana, produce vino di qualità: "
E' difficile avere in Italia dei finanziamenti per un film come questo, ma li abbiamo trovati in Giappone e altrove. Non avevamo una lingua comune ma abbiamo trovato una collaborazione sul posto davvero incredibile. La Subaru è stata molto felice di prestarci le auto per il film e la sua concessionaria sul posto, ma non è intervenuta finanziariamente".
23/08/2011, 14:57
Stefano Amadio