Pietro Marcello: "Torno a Venezia con due nuovi progetti"
Il regista casertano sarà presente alla
68a edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia con "
Il silenzio di Pelesjan", un ritratto sul regista armeno, e "
Marco Bellocchio: Venezia 2011", omaggio al prossimo "Leone d'oro alla carriera".
A quattro anni di distanza dalla sua prima partecipazione, avvenuta nella sezione “Orizzonti Doc” con “Il passaggio della linea”, da molti considerato uno dei migliori esordi di sempre, Pietro Marcello fa il suo ritorno in laguna per la 68a edizione della “Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia”.Protagonisti dei due nuovi progetti, due maestri del cinema mondiale, il regista armeno Artavazd Pelesjan e il piacentino Marco Bellocchio, prossimo “Leone d'oro alla carriera”, di certo due grandi momenti di crescita per l'autore de “La bocca del lupo”.
Come nasce il progetto "Il silenzio di Pelesjan" e da dove proviene la tua passione per il cinema russo?
Come tanta altra gente, sono entrato in contatto con quel genere di cinema grazie al programma televisivo “Fuori Orario”. Per quanto riguarda la produzione, il documentario è stato fortemente voluto dagli autori Stefano Francia ed Enrico Ghezzi, veri promotori di un progetto che si pone l'obiettivo di riuscire a far restaurare i film di Pelesjan, per poi poterli divulgare su più larga scala.
Quanto sono durati i tempi di lavorazione e davanti a che genere di film si troverà il pubblico lagunare?
Il film è stato girato a Mosca e il periodo di lavorazione non è durato molto. E' un ritratto che ripercorre la storia di un personaggio particolare come Artavazd Pelesjan, ricordato nella storia del cinema per aver teorizzato il montaggio a distanza e considerato un mito da tanti grandi registi. Per me è stata un'esperienza importante, un momento di crescita e formazione e per questo lo definisco un “film studio”. Chiaramente è un film di montaggio, portato avanti grazie al lavoro straordinario di Sara Fgaier, già montatrice de “La bocca del lupo”.
Per quanto riguarda il tuo secondo film, quando hai cominciato a lavorare a "Marco Bellocchio: Venezia 2011" ?
Il progetto su Bellocchio è più recente, e risale al momento in cui il “Festival di Venezia” mi ha invitato a dirigere un omaggio per questo grande del nostro cinema che sarà insignito del “Leone d'oro alla carriera”. E' stato piacevole lavorare su così tanto materiale e poter rivedere tutti i suoi film. Abbiamo girato anche con lui, ma anche in questo caso si tratta di un film di montaggio che va dai primordi ad oggi.
C'è qualche elemento nei film di Bellocchio che senti vicino alla tua idea di fare cinema?
Il suo è un cinema in bilico tra ordine e rivolta, e forse è proprio quel senso di rivolta che sento vicino. Nei film di Bellocchio c'è poi un continuo richiamo alla pittura, che io stesso cerco di attuare nei miei lavori, ma del resto parliamo di un autore a tutto tondo, bravissimo a comporre l'immagine e nel lavoro con gli attori. E quando ti capita di poter riscoprire pellicole come “I pugni in tasca”, “Nel nome del padre”, “Salto nel vuoto”, fino a quel capolavoro di “Vincere”, forse il film più bello che ho visto negli ultimi anni, ti puoi solo ritenere fortunato.
Questi due documentari arrivano dopo la tua consacrazione con "La bocca del lupo", in una stagione ricca di soddisfazioni e premi, ma anche tanta fatica ed impegno. Come definiresti invece la stagione appena terminata, e cosa bolle in pentola?
Direi che questo è stato un anno sabbatico, perché con Pelesjan ho potuto riflettere e studiare il cinema russo che amo molto, con Bellocchio sono entrato in contatto con un “Leone d'oro alla carriera”, girando un omaggio ad una carriera straordinaria. Per il futuro i progetti non mancano, ma si vedrà!
26/08/2011, 20:53
Antonio Capellupo