"Scossa" - Il film a episodi targato ANAC
Come è nato il progetto, o meglio come ognuno di voi ha partorito l’idea?. E’ la domanda che il regista
Roberto Faenza rivolge a
Ugo Gregoretti,
Carlo Lizzani,
Nino Russo e
Citto Maselli, autori di "
Scossa".
"
Andrea Frezza avrebbe dovuto essere nel progetto ma problemi di salute non gli hanno permesso di essere dei nostri" sottolinea Gregoretti. Ed è proprio l’autore dell’episodio
Lungo le rive della morte, con protagonista
Paolo Briguglia nel ruolo dell'inviato, letterato e socialista umanitario
Giovanni Cena, a raccontare al pubblico le origini di documentario. "L’idea è stata quella di riunire grandi cineasti intorno ad un tema che potesse interessare sotto il piano culturale, politico e storico la Sicilia e la Calabria e mettere in luce l’indifferenza che ancora resta verso i tanti sud del mondo. E quindi abbiamo pensato al terribile terremoto di inizio secolo che ha messo in ginocchio le due Regioni. Volevamo fornire una visione poliedrica della tragedia evitando spettacolarizzazioni ed effettismi ed offrire diverse chiavi di lettura dell’evento".
Cosi in
Speranza, primo episodio del film,
Carlo Lizzani segue l’agonia di una madre vedova rimasta intrappolata sotto le macerie."Mi hanno sempre angosciato i terremoti per i sepolti vivi che trascorrono tante ore sotto le macerie. E poi tutte le volte che mi sono avvicinato a quella che è la storia degli umili, le figure femminile hanno sempre avuto molto rilievo".
Mentre
Citto Maselli, autore di
Sciacalli, rivela di aver voluto raccontare attraverso un episodio “molto breve e fulmineo”, come una scossa, una tra le tante beffe del destino che segnarono i giorni successivi al terremoto. "La parabola di un detenuto,
Massimo Ranieri, che, fuggito dal carcere distrutto, corre a cercare la sua famiglia. Intento a scavare tra le macerie viene scambiato per un ladro dagli “angelici marinai russi”, i primi a soccorrere la popolazione.
"Per il mio episodio la produzione mi aveva suggerito una serie di attori televisivi ma io non ero d’accordo. E ho avuto ragione perché
Gianfranco Quero, attore di teatro, è stato perfetto nel suo ruolo". Sono le parole di
Nino Russo, autore dell’ultimo episodio del documentario
Sembra un secolo. "E’ la vicenda surreale e paradossale del pescatore Turi, che, dopo un secolo dal terremoto, è ancora in fila allo sportello per chiedere alle autorità di costruirgli una nuova casa. Avrei potuto ambientare la storia oggi e poi fare dei flashback, invece alla fine ho deciso di far campare il protagonista cento sessanta anni per dimostrare che le cose in Italia in fondo non cambiano mai. Turi è un omaggio a tutti quegli eroi sconosciuti che non si arrendono di fronte alle ingiustizie e combattono per i propri diritti con ostinazione e coraggio".
Tra gli ideatori del progetto c’è anche
Giorgio Arlorio, che, come sottolineato da Maselli, è stato determinante per la realizzazione del film. Prodotto dalla
Paco Cinematografica, la pellicola dovrebbe uscire nelle sale a metà gennaio e riproporre al pubblico un cinema di denuncia oltre la solita commedia.
E’ la televisione? Propone Faenza in chiusura. Dai quattro registi, un coro unanime: questo tipo di film non interessa la Tv, e poi con coloro che gestiscono il mezzo non c’è alcuna possibilità di dialogo.
11/12/2011, 12:40
Monica Straniero