I vincitori della 6a edizione dell'Orobie Film Festival
Concorso Fotografico Internazionale
Premio "Orobie e Montagne di Lombardia"
Grem di Giorgio Tomasi
Motivazione: L’atmosfera quasi fiabesca e sognante è il punto di forza di questo delicato ritratto. L’autore interpreta la morfologia delle valli in un interessante gioco geometrico di prospettive, aiutato in ciò dalla luce crepuscolare che dona alle nuvole e alla foschia l’inconfondibile magia degli attimi passati in cresta.
Premio "Paesaggi d’Italia"
Rocca Bernauda, punto più ovest d’Italia di Maria Laura Verdoia
Motivazione: Uno scatto mozzafiato, perfetto nel rappresentare la purezza nobile di una cattedrale di roccia e la bellezza austera della Luna, qui in versione da mitologia greca. Impeccabile anche per luminosità e contrasto, la fotografia bilancia al meglio i due soggetti naturali, riuscendo nel non facile compito di regalare loro eguale importanza e ponendo l’uomo osservatore nella condizione di felice e rispettosa inferiorità.
Premio Terre "Alte del Mondo"
Ghiacciaio Kaskawulsh (Yukon) di Imerio Raffaini
Motivazione: Questa splendida soggettiva canadese è un invito esplicito all’avventura, all’esplorazione. Sulla colossale autostrada di ghiaccio hanno viaggiato secoli di storia sconosciuta, e il fascino di questa terra così aspra è certamente inquietante ma al contempo accattivante, come se dietro all’apparenza burbera e desolata vi fosse il desiderio di aprirsi all’Uomo in cammino per regalargli meraviglie.
Premio Montagna Italia 2012
Maurizio Agazzi
Motivazione: Per la passione con cui ha deciso di valorizzare ma soprattutto riscoprire, attraverso la realizzazione di numerosi progetti, il gruppo montuoso di casa, le Orobie.
Concorso Documentari
Premio "Orobie e Montagne di Lombardia"
Nati dalla pietra di Michele Milesi
Motivazione: Per il modo sapiente in cui il documentario sa valorizzare un antico mestiere, rendendolo una testimonianza che ha caratterizzato il territorio e gli insediamenti umani del posto, portando alla luce una lontana tradizione artigianale, ma soprattutto facendo riflettere sull’aspetto lavorativo in montagna.
Premio "Paesaggi d’Italia"
Voyage au bout de l’hiver di Anne e Erik Lapied
Motivazione: Per la pazienza dimostrata dai due registi nel girare questo documentario con il quale lo spettatore assiste a come si viveva una volta in montagna, mettendo in luce le difficoltà umane e animali in pieno inverno, in condizioni estreme. Viene anche premiata l’alta professionalità nel mettere in scena i dettagli, con un’ottima fotografia ed una regia perfetta.
Premio "Terre Alte"
Namaste Saipu di Aline D’Auria
Motivazione: Per la dolcezza e l’umanità con cui vengono descritti il rapporto e l’amicizia tra la protagonista, un’insegnante europea della scuola primaria che va a lavorare in Nepal per cinque mesi, e la popolazione del villaggio, in particolare la donna nepalese che la ospita. Si sottolineano l’eccellente fotografia, la bravura delle due attrici, l’utilizzo di pochi dialoghi per lasciare spazio alle immagini che rendono in modo esemplare la quotidianità delle scene.
Menzione Speciale Sezione "Orobie e Montagne di Lombardia"
Memorie d’alpeggio di Alessandro Romele
Motivazione: Per la testimonianza che i due protagonisti lasciano allo spettatore, ovvero quella di mantenere ancora oggi, dopo cinquant’anni, una tradizione che purtroppo sta scomparendo: vivere di montagna e dedicarsi a questa vita con passione ed entusiasmo.
Menzione Speciale Sezione "Paesaggi d’Italia"
Il Popolo della montagna di Davide Mocci
Motivazione: Il documentario ha il merito di far conoscere una realtà poco nota, ovvero quella della Sardegna interna e montana con le sue tradizioni che ancora oggi vengono mantenute e tenacemente preservate. Oltre a raccontare allo spettatore gli aspetti folcloristici e di costume di questa popolazione, viene focalizzata in particolare anche la capacità di saper creare un’economia in una terra poco ospitale.
Menzione Speciale Sezione "Terre Alte"
A Dança do tempo di Christian Spencer
Motivazione: Il documentario ha il merito di dare allo spettatore sensazioni ed emozioni uniche nel suo genere, proprio perché accompagnate dalla magia e dalla musica dei suoni della natura. È la prima volta, infatti, che vengono descritti in modo ammirabile gli elementi naturali in movimento creando una forte suggestione, pur utilizzando un’attrezzatura tecnica ridotta.
Premio della Giuria
Cold di Anson Fogel e Cory Richards
Motivazione: Pur con un’attrezzatura tecnica ridotta e amatoriale e tenendo conto delle condizioni estreme con cui è stato girato, il film riesce a trasmettere quasi fisicamente allo spettatore la drammaticità della situazione che gli alpinisti, Simone Moro, Denis Urubko e Cory Richards stanno vivendo, le loro sensazioni, emozioni e soprattutto la sofferenza che provando nel corso della loro impresa.
30/01/2012, 08:29
Simone Pinchiorri