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Felice Laudadio presenta il Bif&st 2012


Felice Laudadio presenta il Bif&st 2012
Noi che da soli tre anni realizziamo questo festival – dopo il test piů che positivo del “numero zero” nel 2009 per verificarne potenzialitŕ e possibile sviluppo – siamo stati i primi a stupirci dinanzi alla massa imprevista dei materiali filmici (pervenutici per la loro eventuale selezione) e delle candidature per essere ammessi alle giurie del pubblico e ai seminari a numero chiuso previsti nel programma del Bif&st 2012. Queste ultime sono state oltre 1.000 e il loro enorme numero ha comportato un duro lavoro di selezione avvenuto sulla base delle biografie e delle motivazioni presentate dai candidati, con inevitabili quanto dolorose esclusioni. Ancor piů dolorose sono state le esclusioni cui siamo stati costretti – in ragione del totale del monte ore usufruibile nelle 9 sale cinematografiche negli 8 giorni di durata del festival – di fronte ai quasi 500 cortometraggi del 2011-12 (alcuni ottimi, una parte discreta, il resto alquanto modesto), ai 123 documentari (quasi tutti di buona fattura), ai 65 film di lungometraggio pervenutici, a parte quelli da noi e dalla Commissione Esperti direttamente selezionati fra i migliori dell’ultimo anno. E un’altra bella sorpresa discende dal numero di abbonamenti acquistati nei soli primi due giorni di apertura per gli spettacoli del Teatro Petruzzelli: 148 per l’esattezza, cioč quasi tutti quelli disponibili, mentre negli stessi due giorni sono stati circa 600 i biglietti venduti. E ben 4.500 sono gli abbonamenti alle proiezioni mattutine per le scuole medie inferiori e superiori. Tutto ciň a 15 giorni dall’inizio del festival, mentre scriviamo queste note, e senza che sia ancora partita la campagna pubblicitaria. Possiamo dunque giŕ prevedere che tutte le proiezioni andranno pressoché esaurite.
E’ questo un segnale forte dell’attenzione e della partecipazione del pubblico di questa cittŕ, e di una parte della regione e del Paese, all’evento cinematografico barese piů importante dell’anno che nel gennaio 2011 fece registrare 52.000 spettatori. Evento che peraltro provoca anche una forte ricaduta in termini economici per gli operatori turistici che nel 2011 – come accertato dalla ricerca condotta dall’ARTI – hanno realizzato nelle giornate del Bif&st un fatturato pari al doppio di quanto investito per il festival dalla Regione Puglia utilizzando fondi europei. Un dato importante per l’assessorato regionale alla Cultura che č anche assessorato al Turismo e che, a mio parere personale, ha ragione d’andar fiero per il fatto d’essere l’unico ente finanziatore della manifestazione. Il Bif&st č infatti il solo importante festival italiano che non ha mai voluto chiedere contributi al Ministero della Cultura e che non ha mai preteso – né tantomeno gli sono stati offerti – contributi dal Comune o dalla Provincia di Bari. Una Regione che paga ogni anno per l’affitto del Teatro Petruzzelli un canone di 11.250 euro al giorno piů IVA per gli 8 giorni del Bif&st, per un totale di 108.900 euro nel 2012. Somma che peraltro corrisponde quasi per intero agli incassi realizzati al botteghino nelle edizioni 2010 e 2011 del Bif&st. Solo che tali incassi, pari a 104.246 euro, ad oggi non sono mai stati restituiti dal teatro all’Apulia Film Commission che gestisce amministrativamente il festival. Altro che uso gratuito del Petruzzelli, dunque, come qualcuno vuol fare artatamente credere.
Mi scuso con i lettori/spettatori – che tuttavia in quanto contribuenti sono tenuti a conoscerli – se li annoio con questi dati. Essi vorrebbero forse sapere qualcosa di piů dei film che presentiamo. Ma quelli sono meticolosamente narrati nelle pagine che seguono, immersi nei circa 330 eventi del programma 2012, un po’ meno di quelli del 2011: ma quest’anno non disponiamo piů del meraviglioso Teatro Kursaal, desolatamente chiuso. Dirigere un festival vuol dire infatti occuparsi anche dei suoi bilanci e non solo visionare in pochi mesi migliaia di titoli in tutte le lingue; o preparare per quasi un anno una gigantesca retrospettiva come quella da noi dedicata – a Bari e a Otranto – al geniale Carmelo Bene a dieci anni dalla sua scomparsa; o organizzare una dozzina di seminari, laboratori, convegni racchiusi sě in 8 giorni ma dietro i quali c’č un lavoro di squadra di molti lunghi mesi; o subire pretestuose e strumentali polemichette un po’ furbe e un po’ fesse; o sbattersi per garantire presenze prestigiose per le Lezioni di cinema e titoli di grande “chiamata” per le Anteprime serali; o mantenere uno per uno i necessari rapporti con i cineasti e i giornalisti stranieri accreditati (quest’anno ne arriveranno dall’estero oltre 50). Dirigere un festival vuol dire anche rispondere con scelte di qualitŕ alla qualitŕ delle scelte compiute dal nostro committente, la Regione Puglia, nell’investire in cultura. Scelte tutt’altro che occasionali o effimere, e pure condivise. Sorprendentemente, talora. Il Sole-24 ore – al motto: “la Cultura fattura” - ha infatti titolato un editoriale: “Niente cultura, niente sviluppo” per lanciare una forte campagna per fare ripartire il Paese in crisi basata su un “Manifesto per la costituente della cultura che riattivi il circolo virtuoso tra conoscenza, ricerca, arte, tutela e occupazione”. Esattamente quel che la Regione Puglia va facendo anche con il Bif&st, che č solo un tassello di un mosaico piů vasto rivolto al futuro. Di noi tutti, ma soprattutto delle nuove generazioni.

Felice Laudadio Introduzione al programma Bif&st 2012

15/03/2012, 08:00