Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

TRIBECA - Un po' di Italy in "Downeast"


Giunta all’undicesima edizione, la rassegna cinematografica fondata da Robert De Niro e dalla produttrice Jane Rosenthal con l’intento di risollevare le sorti del quartiere di Tribeca


TRIBECA - Un po' di Italy in
Profondamente segnato dagli eventi del 11 settembre, anche se a quasi tutte le sale che proiettavano i film della kermesse sono a Chelsea, il quartiere Tribeca (TRIangle BElow CAnal street) ha accolto anche quest’anno numerosi film da oltreoceano.

Ed è infatti un film spagnolo ad aver fatto man bassa al Tribeca Film Festival 2012, portando a casa tre premi, tra cui miglior fotografia e miglior regista emergente. "Una noche", diretto da Lucy Mulloy, racconta la storia di tre giovani cubani che decidono di scappare dal regime di Castro su una zattera, alla volta di Miami.

Ma c’è stata anche un po' di Italia al Festival con il documentario "Downeast", un’altra storia da American dream che torna a proclamare, anche in tempo di crisi, il grande “sogno americano” per cui tutti nel "paese della libertà", anche nelle peggiori condizioni economiche, possono realizzarsi con la stessa velocità con cui hanno perso ogni cosa.

O almeno queste sembravano le premesse del film diretto da David Redmon e Ashley Sabin, vincitori con "Girl Model" della sezione L’altro cinema extra nell’ultima edizione del Festival di Roma. Protagonista della vicenda è Antonio Bussone, un imprenditore italiano che nel 2011 si lancia in un’iniziativa coraggiosa per risollevare l’economia locale di un paesino nella regione del Downeast, Maine, profondamente colpita dalla chiusura, dopo un secolo di attività, di una fabbrica di sardine.

L’idea di Bussone è rivoluzionaria. Trasformare i capannoni ormai vuoti in una fabbrica di aragoste inscatolate e riportare negli Stati Uniti un’attività svolta fino al quel momento in Canada.
"La gente dice che gli affari sono affari", dichiara, nel suo dolce accento italiano, Bussone, che nel documentario è ripreso continuamente con l’auricolare del suo Iphone attaccato all’orecchio. "Invece non lo è. Il business è personale".

Ma non basteranno il coraggio e la volontà dell’immigrante italiano di pensare fuori dagli schemi, unito all’entusiasmo della maggior parte dei residenti del piccolo villaggio, per ottenere la sovvenzione federale necessaria a continuare l’attività dell’impianto.
E così il sogno americano di Bussone e di un’intera cittadina rimane impigliato in un sistema di conflitti di interesse e di debiti, rivelando uno dei lati più oscuri del processo di ripresa economica attualmente in corso negli Stati Uniti.

07/05/2012, 10:00

Monica Straniero