DIREZIONI (ANNI) ZERO - Celebrando un gruppo
A che punto della propria carriera un gruppo musicale si "merita" un documentario celebrativo? Quanto deve essere famosa? Quanta musica deve avere realizzato?
Prima di rispondere, meglio concentrarsi sui
Somewhere Between, band underground torinese che per un pugno di anni a cavallo delle Olimpiadi invernali 2006 ha animato la scena musicale locale, attirando su di sé le attenzioni di uno sparuto gruppo di aficionados ma non riuscendo mai a realizzare neanche un disco.
Sembra insolito quindi che il regista Alessandro Riva abbia scelto proprio questo gruppo per il suo documentario, e infatti
"Direzioni (Anni) Zero" parte da lì per raccontare una metafora della sua generazione e dell'ultimo confuso decennio, costruendo (senza sceneggiatura) una docufiction che si colloca a metà strada (circa) tra il rockumentary, il mockumentary e la finzione cinematografica.
Per usare le stesse parole di Riva,
un tema "così indefinito, complesso e forse persino un po’ trito" andava affrontato in un modo originale: per rendere al meglio la percezione di questo “spaesamento nell’illusione” il regista si è affidato "al caso (e al caos) della forma libera". Il racconto si sviluppa tra confidenze e materiali di repertorio, una radio immaginaria e un concerto che forse (?) non avverrà mai.
Torino, alla vigilia delle celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia, è la location scelta da Riva, "ambientazione e specchio ideale della condizione di “reduci” che personalmente mi sento di attribuire a parte della mia generazione". Una Torino che si anima nelle ottime immagini del documentario e nelle parole di chi la conosce e la vive, come lo scrittore Giuseppe Culicchia o il giornalista Carlo Bordone.
"Direzioni (Anni) Zero" è un oggetto (volutamente) non identificabile, un lavoro che usa la storia e le musiche dei Somewhere Between per qualcosa "d'altro" che proprio nel suo essere forse inconcludente e poco definito sembra lo specchio perfetto di una generazione.
07/05/2012, 15:00
Carlo Griseri