SERGIO CASTELLITTO - Un attore "senza arte né parte"
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Sergio Castellitto è l’erede dei mostri sacri del cinema italiano, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi, Alberto Sordi e Vittorio Gassman": basterebbe questa frase, estratta dalla quarta di copertina e difficilmente contestabile, per far capire a ogni potenziale lettore l'importanza del volume edito da Rubbettino e dedicato all'attore-regista romano.
Un volume che è per un terzo saggio e per un terzo (il primo, sicuramente il più importante)
una lunga intervista che Castellitto ha rilasciato allo stesso Magrelli. Una chiacchierata in cui l'attore si racconta senza remore, parlando dei suoi film (i più noti, i più importanti, i più amati) e dei tanti personaggi con cui ha avuto l'onore di lavorare (Ferreri, Bellocchio, Rivette, ...).
La seconda parte del volume (arricchito da una bella selezione di foto in bianco e nero, dentro e fuori la scena) offre numerosi saggi brevi e interviste a chi con Castellitto ha lavorato: tra i saggi
(le firme: Massimo Galimberti, Flavio De Berardinis, Luca Bandirali, Enrico Terrone e Katia Ippaso) si affrontano la carriera teatrale dell'attore, le sue capacità recitative e anche - senza snobismi - le sue apparizioni televisive.
"Questione di punti di vista" è invece una sezione di testimonianze celebri (
da Francesca Archibugi ad Alessandro Angelini, da Carlo Carlei ad Alberto Sironi, da Luciano Tovoli ad Arthur Joffé), una sorta di "dietro le quinte" del Castellitto attore, dagli esordi ai più grandi successi.
L'ultimo "terzo" di libro è invece costituito da una approfondita filmografia (da attore e da regista) curata da Silvia Tarquini: il giusto completamento di
un volume agile e di scorrevole lettura, che omaggia un attore dal grande talento che forse abbiamo solo iniziato ad apprezzare quanto merita.
16/05/2012, 09:00
Carlo Griseri