Il cinema di Andrea Segre disegnato da Marco Lovisatti
"Una luce distante. Il cinema di Andrea Segre disegnato da Marco Lovisatti" è il titolo della mostra organizzata dal Biografilm Festival 2012 (e ospitata negli spazi della libreria La Feltrinelli di piazza Ravegnana 1, Bologna) per omaggiare il cineasta veneto, il cui cinema è anche oggetto di una retrospettiva completa.
La mostra ripercorre l'opera di Segre attraverso i manifesti disegnati per lui da Lovisatti. "
Ho scelto il titolo UNA LUCE DISTANTE perché riesce a restituire la poetica dei film di Andrea, abitati da persone sempre in viaggio verso una luce lontana, un altrove che rappresenta un’occasione di riscatto se non di sopravvivenza, e parla anche dei miei lavori, in cui la luce è protagonista, scolpendo i volti in un livido chiaroscuro (Come un uomo sulla terra, Dio era un musicista e Sangue Verde), baluginando dal tendone del presidio de La Mal’ombra e facendo vibrare il paesaggio di una luce esangue in Magari le cose cambiano e in Io sono Li. In Mare Chiuso la luce, zenitale, sospende ogni tempo e paralizza", spiega Marco Lovisatti.
"Poter accompagnare la distribuzione dei miei film con i disegni di Marco è come affidare mia figlia a mio fratello", ha dichiarato invece Segre. "Né Marco né tantomeno io abbiamo idea di cosa voglia il mercato o di cosa funzioni pubblicitariamente.
Cerchiamo di esprimere le nostre emozioni. Io nei film, lui con i disegni dopo aver visto i miei film. E così funziona: lui guarda il film, poi inizia a raccontare con le sue matite ciò che ha provato guardandolo. Mi fa vedere la prima bozza, ne parliamo, ci confrontiamo e poi lui finisce. È uno dei grafici più talentuosi e sensibili che io abbia mai conosciuto. Nella sua matita c’è il vibrare della vita, c’è l’intimo della storia. È istintivamente capace di cogliere l’invisibile dei miei film, la parte a cui tengo di più, ciò che sta prima e sotto le immagini".
La mostra comprende illustrazioni di tutta la carriera dei due, dal lontano "Dio era musicista" all'ultimo "Mare chiuso", passando per il celebrato "Io sono Li":
una collaborazione storica la cui importanza e coerenza è evidente nelle piccole (forse un po' troppo) tavole esposte.12/06/2012, 09:00
Carlo Griseri