COME UN UOMO SULLA TERRA - Attraverso la Libia
Tante cose sono cambiate dal 2008, quando "Come un uomo sulla terra" è stato presentato per la prima volta:
allora c'erano Gheddafi e Berlusconi, c'erano accordi internazionali che permettevano atrocità indicibili nei confronti dei migranti e un silenzio che circondava tutto quanto.
Un silenzio che questo documentario, firmato da Andrea Segre insieme a Dagmawi Yimer (impegnato anche in prima persona "davanti" alla macchina da presa) e Riccardo Biadene, ha permesso di rompere
mostrando a tutti quale fosse la situazione in Libia per coloro che dall'Africa orientale cercavano di trovare rifugio in Europa. Una situazione nata decenni fa, quando l'Italia colonialista mosse guerra contro la stessa Libia e contro l'Etiopia.
"Come un uomo sulla terra" racconta tutto, dalle motivazioni che spingono i migranti a lasciare - forzati - le loro terre a ciò che la polizia libica riserva(va) loro.
Sono atrocità incredibili, che investono soprattutto (ma non solo) le donne, e che spesso è troppo duro anche solo sentire raccontare.
Senza insistere nel patetismo, ma anzi trattando i suoi protagonisti con estremo rispetto e dignità, il documentario è la prima parte di un discorso che lo stesso Segre nel 2012 ha aggiornato con "Mare chiuso". Perché
se la situazione in questi anni è cambiata, di sicuro non è molto migliorata e - ancor più certo - non è l'Italia ad aver fatto passi avanti in questo senso.15/06/2012, 10:30
Carlo Griseri