Note di regia di "Jovid"
Il punto di partenza dal quale ha preso avvio il cortometraggio è dato dall’esigenza di dar voce e di conoscere la storia e l’identità di coloro che saranno i futuri italiani.
L’idea del cortometraggio nasce dal documentario Aula 3 - Storie di rifugiati politici, realizzato presso l’Associazione Co.sa.S che impartisce regolarmente corsi di italiano agli immigrati, richiedenti asilo e rifugiati politici. Analizzando le interviste dei rifugiati politici è stata scelta la storia più emblematica di uno degli immigrati, dalla quale trarre spunto per la realizzazione di un soggetto, una sceneggiatura e successivamente fare una produzione cinematografica di quest’ultima.
Fra le interviste è emersa quella di Jovid Sultany, ragazzo afghano di 26 anni, che ha raccontato aspetti interessanti anche al di fuori del documentario, a partire dal mutamento del suo stile di vita e dalla trasformazione graduale della sua mentalità musulmana sino alle semplice abitudini che ha cambiato nel corso dei quattro anni di residenza a Cagliari.
Da questi elementi è stato strutturato un soggetto, una sceneggiatura che fosse il più possibile fedele alla vita dell’intervistato, partendo dal presupposto che l’attore che avrebbe interpretato Jovid sarebbe stato lui personalmente.
L’idea di mettere in relazione l’intima realtà del protagonista con la finzione, ha condizionato questa sperimentazione. Era necessario quindi raccontare una storia che consentisse a Jovid di rivivere davanti alla macchina da presa, le sensazioni e le emozioni che sente ogni giorno.
Quindi la domanda che sta alla base della scelta dell’attore protagonista è stata: “chi meglio di Jovid, potrebbe interpretare se stesso e le emozioni che prova quotidianamente?”.
Il soggetto è racchiuso in 24 ore della giornata di Jovid. Il ragazzo afghano, immigrato e residente a Cagliari, lavora in una kebabberia. Una sera, la famiglia che vive ancora in Afghanistan lo informa che come da tradizione festeggeranno il matrimonio della cugina Narges per le vie di Kabul.
L'attentato rivendicato dai Talebani proprio nel giorno del matrimonio, darà il via ad una serie di tentativi da parte di Jovid di mettersi in contatto con la propria famiglia.
Lo sviluppo narrativo è lineare. Era fondamentale che tutte le location fossero i luoghi reali giornalmente frequentati da Jovid: dall'appartamento nel quale vive situato nel quartiere della Marina a Cagliari, la kebabberia, il porto, sino al phone center dove si reca quotidianamente per chiamare la propria famiglia.
Silvia Perra