Dal 25 al 28 luglio a Specchia la Festa di Cinema del reale
Dal 25 al 28 luglio torna a Specchia (provincia di Lecce)
la Festa di Cinema del reale: giunto alla sua IX edizione, l’appuntamento – ospitato in uno dei borghi più suggestivi d’Italia, e in particolare nella corte del Castello Risolo – propone quattro giorni all’insegna del cinema più spericolato, curioso e inventivo. Più che una rassegna, una “festa di sguardi” che, attraverso proiezioni, mostre, installazioni, incontri e musica dal vivo, vuol sostenere e promuovere le narrazioni del reale e il cinema documentario realizzati in Italia, nei Paesi del Mediterraneo e in tutto il mondo.
Autori invitati: oltre all’ospite d’onore Alexander J. Seiler
ci saranno Daniele Vicari, Stefano Savona, Franco Arminio, Gustav Hofer e Luca Ragazzi, Mariangela Barbanente, Benoit Felici, Valentina Pedicini, Mario Perrotta, Chiara Idrusa Scrimieri, Christian Sabatelli, Pippo Cariglia, Sophie e Annalisa Chiarello.Inoltre, a presentare i film di Riccardo Napolitano (1928-1993), la montatrice Carla Simoncelli, compagna del regista.
Cinema del reale è un cinema “ambulante”, senza botteghino (tutte le proiezioni sono a ingresso libero) e senza effetti speciali. È il cinema che attraversa periferie, fabbriche, deserti, mari, isole, metropoli, fiumi, terremoti, televisioni; che “si fa fuori”, per strada e ovunque, e invita le persone ad incontrarsi, a guardare i luoghi dove viviamo, le cose che succedono, raccogliendo memorie e amnesie per attraversare luci e ombre del presente, del passato, del futuro. Un cinema che dispone di limitate risorse economiche ma è dotato di grandi capacità inventive.
Agnès Varda, grande protagonista della scorsa edizione, passa il testimone all’ospite d’onore di quest’anno, uno dei grandi autori del documentario europeo, lo svizzero Alexander J. Seiler, Palma d’oro nel 1963 con il cortometraggio A fleur d’eau e autore legato a filo doppio al nostro Paese. Risale infatti al 1964 uno dei suoi capolavori, Siamo italiani, autentico “resoconto etnografico” sulla grande comunità di emigranti nostri connazionali, costretti a fare i conti con la discriminazione svizzera. Un film intenso e importante, che a Specchia si vedrà insieme al suo “seguito ideale”: Il vento di settembre che, realizzato nel 2002, indaga la cosiddetta “emigrazione di ritorno” vissuta quarant’anni dopo da chi ha deciso di lasciare la Svizzera per tornare ad Acquarica del Capo, nel Salento. Storie di anziani rientrati a casa dopo decenni di duro lavoro, che aspettano per tutto l’anno la visita dei figli rimasti in Svizzera, vivendo sulla propria pelle un nuovo, costante sradicamento. Perché lì come qui, spiega Tonuccio, «la distanza e il desiderio ti spezzano il cuore».
A dialogare con Seiler, una “pioniera” del documentario europeo, l’italiana
Cecilia Mangini, amica e grande promotrice della Festa, che quest’anno presenterà Ring Sardegna, un estratto da Domani vincerò, e parteciperà all’incontro "Raccontare il territorio".
Oltre al film della Mangini, anche due brevi opere firmate da due maestri, amici e sostenitori di “Cinema del reale”, da poco scomparsi:
Vittorio De Seta (il cui Isole di fuoco sarà musicato dal vivo dal compositore Gabriele Panico) e
Ansano Giannarelli (con una indagine del 1972 su ritmi e visioni in fabbrica: Analisi del lavoro).
Un tributo particolare sarà dedicato a
Riccardo Napolitano, eccezionale cineasta e instancabile promotore dei circoli del cinema FICC. Due i titoli scelti per questo omaggio: 1904, N. 36 racconta attraverso immagini drammatiche la vita (meglio: la “non” vita) all'interno di un ospedale psichiatrico del 1967. La legge che regola l'organizzazione degli ospedali psichiatrici è ancora la numero 36 del 1904: si basa sul concetto di pericolosità e inguaribilità del malato e sul ricovero coattivo che assomiglia più a una detenzione in carcere. Il film, oltre a mostrare le immagini dei ricoverati, ripresi senza volto (anche se i primi piani delle mani sono altrettanto indicativi nel testimoniarne la sofferenza) all'interno dell'ospedale, lancia proposte alternative già all'esame di esperti psicologi e chiede l'abrogazione della legge vigente ormai superata dalle nuove teorie della psicologia.
L’altro film è Funerali verdi (1971), documentario di denuncia contro gli sprechi legati al mercato ortofrutticolo le cui spietate logiche di profitto impongono la distruzione di enormi quantità di prodotto per mantenere alti i prezzi.
Accanto a questi grandi,
una selezione del meglio della produzione italiana dell’ultima stagione.
22/07/2012, 09:00