VENEZIA 69 - Un bus come palcoscenico per 6 storie brevi
Sei cortometraggi in cerca d'autore. Vengono dal teatro i giovani che hanno realizzato "
6 sull'autobus", raccolta di cortometraggi accomunati dall'ambientazione: un mezzo pubblico in giro per la capitale.
Il bus è il filo rosso che unisce le sei storie realizzate dagli allievi dell'"
Accademia Silvio D'amico" con la partecipazione di guest star come
Margherita Buy, Luigi Lo Cascio, Claudio Bigagli, Sergio Rubini, solo per citarne alcuni, tutti a dare una mano ai registi del futuro.
Giacomo è il primo episodio dove si gioca sull'equivoco per portare avanti una storia "equivoca", con il travestito e la ragazza che ironizzano senza trasparenza sulla schizofrenia del comune amico Giacomo.
Anche in Busta Gialla è l'equivoco, o meglio il banale errore, a scatenare la storia e l'epilogo. Un razzismo latente che esplode a ragione, per lo sbaglio di una passeggera sbadata.
Mazzo di Rose, terzo episodio del film, è la possibile storia d'amore di un ragazzo che si spegne via via che ascolta i discorsi delle donne sul bus. Tra divorzi pilotati, vedovanze più o meno felici e tradimenti annunciati, il giovane innamorato scende dal mezzo sconfortato, lasciando il mazzo di rose tra le porte che si chiudono.
Claudio Bigagli è il protagonista di una giornata di lavoro che comincia, prosegue e si conclude sull'autobus. L'uomo, che sembra aver perso il lavoro, si arrangia come può sul bus vendendo oggetti rubati in casa. E' forse la sua inutile dignità che lo costringe a non ritrovare un vero lavoro, magari più umile.
Sergio Rubini e Luigi Lo Cascio sono due passeggeri che preparano un piano losco e disonesto. Con il solito sguardo, Lo Cascio è dubbioso sul da farsi, ma quando finisce vittima di un'aggressione, decide che è finalmente giunto il momento di mettere da parte la sua moralità.
Un gruppo di terroristi sequestra il bus e i suoi passeggeri. In un'Italia opprimente e totalitaria di un futuro non troppo lontano, dei giovani vogliono fuggire in Germania grazie al mezzo sequestrato. Gran confusione fino a un finale in cui anche i passeggeri finiscono per essere d'accordo con i sequestratori.
Nei corti si nota, ove più ove meno, una certa teatralità di recitazione e di allestimento con non poche, giustificabili, ingenuità di sceneggiatura, dialoghi e regia. Una mano dalle star ospiti a comprendere gli errori per poter migliorare, forse sarebbe servita per rendere l'interessante progetto, oltre che un utile esercizio, anche un film più godibile e professionale.
03/09/2012, 12:47
Stefano Amadio