Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

Risultati dell'indag​ine Audiodoc sul
radio documentar​io in Europa


Risultati dell'indag​ine Audiodoc sul radio documentar​io in Europa
Qual è la situazione del radio documentario in Europa? Chi lo fa e chi lo trasmette? Quale formazione ha un autore di documentario in radio e quanto guadagna? E’ un dipendente o un freelance?

Per rispondere a queste e molte altre domande Audiodoc, associazione italiana di autori e autrici indipendenti di audio documentari, ha realizzato un’indagine conoscitiva sulla situazione dell’audio documentario nelle radio pubbliche in Europa.
Nel corso del 2011 è stato elaborato un questionario poi inviato a 63 redattori radiofonici di 32 diversi paesi europei. Il questionario è strutturato attorno a tre temi principali: le caratteristiche del documentario trasmesso, il modello produttivo adottato, la formazione professionale dell’autore.

I principali risultati della ricerca
• Nel 1924 in Germania viene trasmesso il primo radio documentario. L’ultimo paese a inserire nel proprio palinsesto il documentario è la Grecia nel 2003
• Ogni anno sono prodotti più di 8.000 nuovi documentari
• I paesi che mandano in onda più documentari sono la Germania (2.205) e la Gran Bretagna (1.690)
• La maggior parte dei paesi trasmette documentari di una lunghezza pari a 60 minuti; 41 minuti è la durata media dell’audio documentario in Europa
• L’Italia è l’unico paese in Europa che non produce documentari di una lunghezza superiore ai 15 minuti
• La Germania è il paese con più autori freelance
• La Gran Bretagna è il paese nel quale viene coinvolto il maggior numero di figure professionali nella realizzazione di un radio documentario (5, oltre l’autore)
• Il Belgio e l’Irlanda sono gli unici due paesi che riservano una quota di produzione dei documentari a bandi pubblici
• In Norvegia, Paesi Bassi e Gran Bretagna gli autori sono pagati oltre i 65 euro al minuto (la media europea è di 47,31 euro al minuto)
• In Ungheria, Polonia e Italia gli autori sono pagati meno di 10 euro al minuto
• In Gran Bretagna, Francia e Ungheria il lavoro di montaggio e sonorizzazione è più impegnativo e sofisticato
• In Ungheria la redazione di 25 persone che dal 1990 si occupava dei documentari è stata recentemente soppressa
• In tutte le radio i temi maggiormente affrontati dai documentari sono quelli sociali

L’audio documentario è una realtà tutt'altro che omogenea in Europa. Le differenze più importanti sono legate al sistema produttivo, da cui dipende anche il tipo di rapporto contrattuale dell'autore (dipendente o freelance); all’entità delle risorse investite nella produzione, da cui consegue anche la generosità nella retribuzione all'autore; alla formazione, che è indice sia della qualità ricercata sia dell'attenzione per questa specifica professionalità.

Germania e Gran Bretagna producono da sole il 41% di tutti i documentari trasmessi in Europa in un anno. Altri paesi producono un numero di documentari al di sotto della media europea (294 documentari all’anno per paese) ma con un forte investimento finanziario (Finlandia, Norvegia e Paesi Bassi), mentre altri ancora producono e investono pochissimo (Italia). La Gran Bretagna utilizza prevalentemente autori dipendenti dalla radio mentre la Germania ricorre nella quasi totalità dei casi ad autori esterni. Sotto questo aspetto, non si può neppure dire che esista un modello scandinavo: in Danimarca quasi tutti gli autori sono interni, in Finlandia quasi tutti freelance, mentre in Norvegia e Svezia le due figure sono numericamente più o meno equivalenti. Nei paesi dell’area mediterranea prevale il modello della produzione interna, ma fa eccezione l’Italia. Anche nei paesi dell’est Europa gli autori sono prevalentemente dipendenti, ma non in Bulgaria (modello freelance) e non in Repubblica Ceca e Slovenia (dipendenti e freelance sono più o meno di numero uguale).

Per quanto riguarda i costi di produzione, si va dalla Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Paesi Bassi e Svizzera, i cui costi sono compresi tra i 100,00 e gli oltre 300,00 euro al minuto, ai paesi in cui un documentario costa tra i 12,00 e i 67,00 euro a minuto: Austria, Bulgaria, Danimarca, Irlanda, Kosovo, Polonia, Romania, Spagna e Ungheria.

Seguono lo stesso andamento le retribuzioni all’autore. Gli estremi sono rappresentati da un lato da Gran Bretagna, Norvegia e Paesi Bassi, dove il compenso previsto è superiore a 90,00 euro al minuto, e dall’altro da Italia, Polonia e Ungheria, dove gli autori guadagnano in media 10,00 euro al minuto.

I documentaristi interni alle radio realizzano in media ciascuno circa 24 documentari in un anno. I freelance non ne realizzano che poco più di due: pochi di loro vivono producendo esclusivamente documentari.

La situazione in Italia

Emerge dalla ricerca che l’audio documentario in Italia è un genere trascurato, la situazione degli autori è molto precaria, il loro lavoro sottovalutato e le retribuzioni tra le più basse.

L’Italia è l’unico paese in cui il principale canale per la divulgazione di audio documentario non è la radio pubblica, ma la produzione e la distribuzione indipendente da parte degli stessi autori.

Per rilanciare il radio documentario in Italia, l’associazione Audiodoc propone un forte investimento pubblico nella formazione degli autori, finanziamenti per nuove produzioni attraverso bandi pubblici e, come avviene in Belgio e in altri paesi, con il contributo della Società Italiana degli Autori ed Editori (Siae).

Audiodoc si rivolge anche alla radio pubblica italiana, chiedendo che assicuri nel suo palinsesto maggiori spazi dedicati all’ascolto del documentario.

27/09/2012, 13:22