Note del direttore della fotografia de "La Nave Dolce"
Il documentario è costruito con interviste e repertorio per lo più televisivo. Per le interviste abbiamo scelto di lavorare su un fondo bianco che accompagnasse in modo unitario e solare lo sguardo di speranza che hanno avuto i nostri protagonisti nell'intraprendere il viaggio verso la realizzazione dei sogni di una vita. Sogni costruiti attraverso le immagini delle nostre televisioni che hanno gonfiato il loro immaginario. Ed ecco che per noi il materiale televisivo molto variegato diventa materia di elaborazione visiva, strumento per raccontare un’epoca in cui due mondi così vicini, a pochi chilometri di distanza l'uno dall'altro, erano così temporalmente lontani. Vite che, seppur scorrendo parallele, portavano segni di una differenza di quasi vent’anni dalle nostre, visi scavati, capigliature e vestiti anni Settanta. Ormai sembra incredibile in un mondo dove l'omologazione dei costumi è la normalità. Il tempo ritorna. Anche oggi come ieri, barche cadenti attraversano i mari con i loro sogni e la loro disperazione, ma lo spirito di accoglienza si è perso. Il repertorio quindi lo caratterizzeremo fotograficamente per amplificare e sottolineare queste differenze.
Gherardo Gossi24/10/2012, 09:43