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Libro/film - IO E TE, Bertolucci interpreta Ammaniti


Il regista riprende per lo schermo un breve romanzo dello scrittore romano, cambiandone il finale ma non solo


Libro/film - IO E TE, Bertolucci interpreta Ammaniti
Era molta l'attesa per l'incontro tra Bernardo Bertolucci, il più grande regista italiano vivente, e Niccolò Ammaniti, il più "cinematografico" dei nostri scrittori (dai suoi libri sono già stati tratti "Io non ho paura", "Come dio comanda", "L'ultimo capodanno" e "Branchie").

A fine visione queste le certezze principali: ci sono tante piccole differenze tra carta e schermo (inevitabili, prima tra tutte la mancanza della voce narrante di Lorenzo), ma l'anima del racconto è rimasta intatta.
Intatti sono anche abbastanza i dialoghi tra i due fratellastri, e molte delle situazioni che si verificano nella cantina (spazio fisico che nel libro sembrava leggermente più angusto, nel film è invece una vera e propria enorme casa...).

I due giovani attori scelti per interpretare il film - Jacopo Olmo Antinori e Tea Falco, entrambi all'esordio - riescono bene a rendere sullo schermo l'immagine che il lettore si era fatto dei loro personaggi, Lorenzo e Olimpia, leggendo il libro. Forse meglio lei, anche perché il Lorenzo cinematografico ha meno spazio per essere "presentato" allo spettatore, se non con alcune scene modificate rispetto al libro che non convincono.

Due gli aspetti principali infine da segnalare: innanzi tutto le "aggiunte" di Bertolucci, come detto, che purtroppo appaiono quasi tutte stonate (i "sogni" del ragazzo, il dialogo al ristorante tra lui e la madre, il fermo immagine finale omaggio al primo Truffaut, ...).

E poi il differente finale, o meglio il "quasi" differente finale: il regista sceglie (d'accordo con Ammaniti, evidentemente, essendo lo scrittore tra gli autori della sceneggiatura) di evitare la tragica appendice "dieci anni dopo", lasciando (giustamente?) allo spettatore di immaginarsi se la ragazza riuscirà o meno a superare i problemi di droga che la affliggono.

Chi ha amato il libro
, così breve ma anche così intenso, non potrà uscire insoddisfatto dalla sala. Ma i meriti restano principalmente di Ammaniti: a Bertolucci, oltre alla volontà di trasporre questa storia, rimane il pregio di aver saputo scegliere due attori nuovi ma decisamente efficaci.

28/10/2012, 10:24

Carlo Griseri