Decreto interministeriale 22 febbraio 2013: il comunicato
stampa del Ministero dello Sviluppo Economico
Il Ministro dello Sviluppo Economico,
Corrado Passera, e il ministro per i Beni e le Attività culturali,
Lorenzo Ornaghi, hanno firmato il 22 febbraio il decreto che determina le
quote di investimento e di trasmissione che le emittenti televisive sono tenute a riservare alle opere cinematografiche di espressione originale italiana.
La versione finale del decreto tiene conto sia delle osservazioni pervenute dal Parlamento, sia delle esigenze emerse negli incontri con i rappresentanti delle emittenti televisive e dei produttori cinematografici.
Per quanto riguarda l’obbligo di investimento, il provvedimento stabilisce per la RAI che il 3,6% dei ricavi complessivi annui debba essere destinato a produzione, finanziamento, pre-acquisto e acquisto di opere cinematografiche italiane, mentre per le altre emittenti tale obbligo riguarda il 3,2% degli introiti netti.
Per quanto riguarda l’obbligo di programmazione, il testo prevede per la RAI che sia dedicato a opere italiane l’1,3% del tempo di trasmissione per i palinsesti non tematici e il 4% per quelli tematici, mentre per le altre emittenti tale disposizione riguarda l’1% del tempo di diffusione per i palinsesti non tematici e il 3% per quelli tematici.
Tali quote rientrano ovviamente nell’ambito dell’obbligo di investimento e programmazione delle opere europee già disposto dalla normativa comunitaria e nazionale.
Il provvedimento prevede un percorso graduale per raggiungere le quote previste: a partire dal 1 luglio 2013, 30 mesi per la programmazione e 18 mesi per gli investimenti. Alla fine di tale periodo, le quote potranno essere verificate e, nel caso, aggiornate alla luce della situazione di mercato.
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La firma del decreto sulle quote cinema" – hanno dichiarato il ministro dello Sviluppo economico
Corrado Passera e il ministro per i Beni e le Attività Culturali
Lorenzo Ornaghi – "
dà concreta attuazione a una misura normativa attesa da tanti anni. Il provvedimento tiene conto delle esigenze degli operatori del settore e delle osservazioni giunte dal Parlamento, introducendo un meccanismo graduale di investimenti e programmazione. Ora la cinematografia italiana può contare su maggiore certezza normativa e di investimenti, che favorirà il rilancio del settore", hanno concluso Passera e Ornaghi.
25/02/2013, 13:41