Note di regia di "Questo Gesù che sarebbe Luigi"
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Questo Gesù che sarebbe Luigi, non può salire sulla croce
perché c’ha le vertigini…"
Il film nasce in maniera occasionale. Abbiamo saputo che in questo piccolo paese si stava preparando una recita di bambini che parodiava la stessa comunità, e che potenzialmente toccava temi come la povertà, lo spopolamento, il fallimento delle istituzioni nell’amministrazione delle macerie, il disperato e grottesco tentativo di utilizzare una sacra rappresentazione per fini spettacolari e promozionali.
Il tutto attraverso un punto di vista privilegiato come l’infanzia.
Ci siamo subito precipitati sul posto, semplicemente con una telecamera. La quasi totale assenza della troupe e di ulteriori mezzi di ripresa ha facilitato la nostra “entrata in situazione”, la libertà di movimento, favorendo una sorta di complicità con i nostri piccoli “attori” che ha fatto sì che si dimenticassero in fretta di noi.
L’occasione, quindi, era quella di riprendere le prove di uno spettacolo teatrale fatto da bambini, in definitiva un back-stage. Questo stare “dietro alla scena” ci ha permesso di stare dentro alla sua costruzione materiale, di incontrare l'ambiente circostante, le sue contraddizioni, gli ostacoli umani e materiali che si oppongono all’espressività e alla vitalità dei bambini, alla loro “messa in scena”.
Ne è uscito un lavoro “sporco”, come le strade che abbiamo battuto, come le ginocchia dei nostri protagonisti, come la crudeltà e l’ironia delle cose e della gente. Un paese che si spopola e si screpola, dove i “grandi” vanno avanti in surplace e i bambini fanno già i conti con una realtà - o semplicemente una rappresentazione - che li vuole mettere in croce.
Giuseppe Bellasalma e
Benedetto Guadagno