I CORE, MY CLIMBING FAMILY - Una famiglia e la montagna
Un personaggio da scoprire e da conoscere,
Christian Core. Osservando ammirati le sue movenze quasi da danzatore, dove la forza fisica e il tono muscolare si accompagnano alla grazia e fluidità della sua arrampicata, ma anche ascoltando le sue parole dalle quali traspare una grande pace interiore e con il mondo che lo circonda (a partire dalla famiglia, passando dagli amici, fino ad arrivare alla natura - madre, sorella, casa, rifugio).
Il documentario di
Angelo Poli è più un focus sul capofamiglia - meno su "I Core" - ma fin da subito pare evidente come sia lo stesso protagonista a mettere al centro della propria vita i suoi cari. Se poi di famiglia si deve parlare, quella dei Core è in un certo senso "allargata", comprendendo la cerchia di amici con i quali condividere la passione per l'arrampicata.
Se Core parla di sogno realizzato - parlando della carriera stellare che lo ha visto due volte campione del mondo e sempre ai vertici della specialità - la regia pare voler ammantare di magia e mistero quello che va a raccontare, trasformando in "svelamento" il ruolo classico del semplice "osservare e riportare": l'uso dei fari (e del sole) spesso inseriti nel campo visivo, il gioco di ombre, la palestra casalinga ripresa come fosse un antro nascosto ricco di possibilità sorprendenti, e l'uso della musica senza soluzione di continuità, aggiungono alle immagini del reale una valenza in più.
In questo stile di rappresentazione - intrecciata a immagini curatissime e prospettive di ripresa molto originali - è la musica ad essere a volte un po' invadente, ossessiva nel suo non volerci concedere mai un silenzio per riflettere sulle parole, per goderci le immagini della natura nella sua reale dimensione, per tentare di capire senza intermediari il mistero di una "roccia che ha una sua energia, una sua identità".
"La spiritualità è la ricerca del proprio io profondo attraverso quello che facciamo", rivela Core, e la sua esperienza in questo senso è un vero esempio.
28/04/2013, 09:00
Sara Galignano