Note di regia del documentario "Where is My House?"
Alla fine del 2009 avevo appena finito di collaborare con Michele Buono all’inchiesta di Report “Il male comune” che aveva suscitato in me un crescente interesse sulle problematiche abitative mentre Giulia Agostini, dopo aver tanto viaggiato, era appena tornata a Roma per iniziare un Dottorato in Pianificazione Territoriale e Urbana.
Io e Giulia, ex-colleghi presso l’Ong Amref ed entrambi appassionati di urbanistica, spinti dalla voglia di approfondire il contesto urbano dove viviamo, cominciano quasi per caso a seguire i fatti di cronaca riguardanti la baraccopoli degli afghani presso la Stazione Ostiense. “
Come mai chi è costretto a fuggire dal proprio paese per cause gravissime non ha diritto ad un posto letto?” questa è la domanda che ci siamo subito posti. Decidiamo, quindi, di andare a vedere la baraccopoli e di cercare di fare qualche intervista agli abitanti.
Nasce così l’idea di realizzare un documentario insieme sugli insediamenti informali di Roma e comincia così un lungo percorso durato più di due anni.
Abbiamo iniziato le riprese senza avere una sceneggiatura vera e propria perché non sapevamo quello che avremmo trovato sul campo e non avevamo idea delle persone che avremmo incontrato. C’è voluto molto tempo per identificare i luoghi, ed ancora di più per riuscire ad “entrarci” e parlare con le persone che ci vivono. Abbiamo prima creato un rapporto con le persone e poi gli abbiamo chiesto di raccontarci le loro storie.
E’ stato un percorso lungo e difficile ma pieno di soddisfazioni perché con i protagonisti del documentario si sono creati dei veri e propri rapporti umani, cosa che ci ha permesso di raccontare delle storie così difficili e così forti.
Dopo un anno di ricerche, riprese, interviste e dopo essere stati in tanti luoghi e parlato con tante persone, ognuna delle quali con delle storie incredibili alle spalle, abbiamo deciso di non soffermarci solo su una realtà o su una situazione in particolare, perché dopo tutto quello che avevamo visto ci sembrava di sminuire la situazione di crisi abitativa non facendone vedere tutte le sue diverse sfaccettature ed origini.
Le storie di Hamid, Mircea, Manuela e Lucio, si sono mostrate a noi come diretta conseguenza della tragica situazione di crisi che la città di Roma in questo periodo sta vivendo. Abbiamo quindi seguito l’evoluzione delle vite dei nostri protagonisti, alcune delle quali hanno avuto degli sviluppi sconvolgenti, tragici ed inaspettati. Contemporaneamente abbiamo cercato di inquadrare scientificamente il problema al fine di non darne solo una lettura superficiale ma di capire come si è arrivati a questa situazione.
Abbiamo intervistato esperti, politici, ricercatori, e persone che lavorano nel settore, al fine di dare loro la funzione di scandire il tempo del nostro percorso/documentario. Dopo più di due anni di riprese, abbiamo rivisto circa le 50 ore di girato ed è stato solo alla fine che abbiamo scritto una sceneggiatura che poi abbiamo seguito nel montaggio.
Giulia Agostini e
Matteo Di Calisto