LOCARNO 66 – Otar Iosseliani premiato sul palco di Piazza Grande
Ha lo sguardo lucido
Otar Iosseliani sul palco della Piazza Grande di Locarno quando ascolta i discorsi introduttivi alla sua premiazione con il Pardo alla Carriera che il festival ticinese gli ha voluto riservare in questa 66. Edizione. Lo sguardo lucido così come il suo pensiero, di grande critica verso il cinema in quanto tale e verso il mondo dei festival.
“
Il cinema è malato, sta soffrendo ed è vicino al suo ultimo respiro”, dice esordendo dopo aver avuto in mano qualche secondo il suo premio. “Non lo dico per piaggeria, o perché sono qui, ma quello di Locarno resta l'unica manifestazione che sappia rendere onore al cinema, all'arte cinematografica”.
Qualche applauso dal pubblico locale, molti sguardi un po' stupefatti tra il pubblico (anche perché il regista georgiano ha esordito chiedendo alla platea quanti capissero l'inglese, e quando ha visto che molte mani si erano alzate ha commentato con un secco: “Se anche gli italiani iniziano a capire l'inglese, qualcosa sta succedendo...”).
Iosseliani non ha avuto pietà per gli altri festival importanti (quelli citati, “dimenticati” forse non casualmente almeno Berlino, Roma e Torino): “
Il festival di Venezia è nato con un Duce e con un altro Duce è ora attivo”, ha dichiarato. “A Cannes, nonostante lo straordinario impegno di Gilles Jacob, hanno da tempo imboccato la strada del cinema commerciale: resta Locarno, ma bisogna che questo festival tenga duro e non si faccia tentare”.
Discorso laconico concluso, il neo direttore del festival Chatrian abbraccia il grande regista ormai parigino d'adozione per le belle parole che “omaggiano” la sua prima volta al comando dell'evento ticinese, luci spente e via col film. Che chi deve riflettere sulle parole di Iosseliani lo faccia, se ritiene sia il caso.
13/08/2013, 08:40
Carlo Griseri