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Rai5 festeggia Giuseppe Verdi con il "Nabucco"
di Muti ed "Addio del Passato" di Bellocchio


Rai5 festeggia Giuseppe Verdi con il
È stato il momento più emozionante delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia il “Nabucco” di Giuseppe Verdi diretto da Riccardo Muti al Teatro dell’opera di Roma nel marzo del 2011. Rai5 lo ripropone mercoledì 9 ottobre alle 21.15, in occasione di un altro importante anniversario: i 200 anni dalla nascita di Verdi. Protagonisti dello spettacolo, messo in scena da Jean – Paul Scarpitta, sono il grande baritono Leo Nucci nel ruolo di Nabucodonosor, re di Babilonia, il soprano Csilla Boross, in quello di Abigaille, il tenore Antonio Poli nei panni del giovane Ismaele, il mezzosoprano Anna Malavasi come Fenena, figlia di Nabucco, e il basso Dmitry Beloselsky, chiamato a interpretare il gran pontefice degli ebrei Zaccaria.

Nabucco” è considerato il titolo più risorgimentale di Verdi, perché gli spettatori italiani, all’epoca della prima rappresentazione nel 1842, si identificarono con il popolo ebraico assoggettato al dominio babilonese, e sentirono come propria l’aspirazione alla libertà espressa nel celebre coro “Va pensiero”. Il regista e scenografo Jean Paul Scarpitta ha creato per lo spettacolo una scena composta da una piramide, da qualche albero sospeso davanti a un muro d'oro satinato e da rovine che emergono dalle nuvole. Sullo sfondo un cielo grigio ispirato alle illustrazioni della Bibbia di Gustave Dorè.

Dopo “Nabucco” la serata di Rai5 dedicata a Verdi prosegue con il film “Addio del passato”, nel quale il regista Marco Bellocchio porta il ricordo del grande compositore per le strade, nelle piazze, nei locali e nel Teatro Municipale di Piacenza – città natale dei genitori di Verdi - a Busseto, paese natale del musicista, e a Villa Verdi a Sant’agata, dove Verdi trascorse lunghissimi periodi. Si mescolano voci, volti, commenti, ricordi e racconti. Qualcuno si cimenta con le arie della “Traviata”, altri sognano di diventare come la Callas, somma interprete verdiana. Ne esce la ricostruzione di un mito, fatta attraverso la memoria collettiva delle persone e dei luoghi dove Verdi è vissuto, e dove la sua musica è sentita più che altrove.

08/10/2013, 16:48