Note di regia de "La mafia uccide solo d'estate"
Avete presente quando rivedete una vecchia foto degli anni Ottanta, magari di una ragazza per la quale avevate perso la testa? Per quanto bella possa essere la ragazza, i vostri occhi, o almeno i miei, saranno attratti da un elemento particolare: le spalline! Le ragazze indossavano le orrende spalline, perché andavano di moda. E voi vi chiedete: ma come mai le spalline entravano nella mia vita ed io non dicevo nulla?
Ecco, una domanda simile me la sono posta con Palermo, la città dove sono nato e cresciuto. Infatti, un giorno mi sono fermato e ho guardato indietro. E lì la domanda: ma come è possibile che a Palermo la mafia entrasse così prepotentemente nella vita delle persone e in pochi dicevano qualcosa?
Il tempo ti rende più lucido, più distaccato e allora capisci gli assurdi compromessi che si fanno con la vita, in maniera più o meno cosciente, per andare avanti. E fai finta che alla fine tutto vada bene. Accettazione delle spalline compresa.
Perché è faticoso uscire dal coro. Perché, per quanto amaro possa essere, sul momento si vive meglio abbassando la testa, e poi si vedrà.
Allora, essere un bambino a volte conviene. Perché imiti i tuoi modelli, cioè gli adulti.
E se per loro non ci sono problemi, non ci sono neanche per te.
I problemi arrivano quando, un giorno, il bambino capisce che la mafia non uccide solo d’estate.
Pif