WHAT IS LEFT? Hofer e Ragazzi alla ricerca della "sinistra"
Norberto Bobbio nel 1994 scriveva "destra e sinistra", identificando la destra con la tendenza alla disuguaglianza, e al conservatorismo, e la sinistra con l'uguaglianza e la trasformazione. In un mondo in cui la globalizzazione ha invece scomposto e destrutturato gli spazi storici delle ideologie, che non sono ormai più facilmente identificabili in quella classica tra capitalismo e comunismo, cosa significa essere di sinistra?
Questo si chiedono i registi
Luca Ragazzi e Gustavo Hofer nel documentario "
What is left?", “La terza parte di una sorta di trilogia sull’Italia dopo "
Improvvisamente l’inverno scorso" e "
Italy: Love It or Leave it", per cercare di affrontare temi attuali, pur senza la presunzione di trovare risposte definitive” ammettono i due registi.
Attraverso un’Italia alla deriva democratica, Luca e Gustav ci conducono in un viaggio fatto di incontri, riflessioni, dibattiti nei circoli del PD della Capitale, testimonianze di personalità della cultura e della politica, come Fabrizio Barca, Dario Franceschini, e Stefano Rodotà, alla ricerca di cos’è rimasto della sinistra, soprattutto dopo le elezioni del febbraio 2013. Di un progetto che nato come alternativa alla destra conservatrice e liberale, sembra ormai sprofondare nella totale mancanza di programmi e idee, ed identificarsi sul destino giudiziario di Berlusconi e delle sue vicende personali.
Eppure in un momento di vuoto politico e culturale, mentre molti vogliono potersi comunque collocare nelle categorie di "destra" o "sinistra", altri orgogliosamente di sinistra, adottano comportamenti irrazionali. Così Luca, più ancorato alle ideologie, e Gustav, fedele ad una visione pragmatica di ciò che dovrebbe voler dire essere di sinistra, si confrontano sulle classiche tematiche della sinistra, attraverso un divertente quiz show, intitolato appunto, "
What is left?" Il “botta e risposta” tra i due concorrenti-protagonisti, rivela tutti i limiti di una contrapposizione che sembra non avere più ragione d’esistere, perché tra una parte e l’altra non ci sono più quelle differenze così marcate, e pretese.
“Non è un film ideologico, forse scomodo, ma sincero, che vuole fare i conti con gli errori che la sinistra ha commesso nella sua storia, anche recente”, dichiarano i due registi. Un documentario vivo e veloce, lontano da ogni retorica e capace di fotografare lo stato confusionale di un popolo, non solo quello di sinistra, che non sa più bene da che “parte” stare.
23/11/2013, 10:00
Monica Straniero