OFFSTAGE, LONTANO DAL PALCO - Capire il teatro, capire la vita
Dopo "
Cesare deve morire", sembrava che sull'argomento poco o nulla potesse essere aggiunto. Ma il lavoro di riabilitazione nelle carceri attraverso il teatro esiste da decenni e continua ad avere una funzione primaria per i carcerati.
In "
Offstage, Lontano dal palco",
Francesco Cinquemani si mette alle calcagna di
Antonio Turco, un educatore napoletano che da oltre 30 anni fa teatro in carcere. Insieme incontrano quegli attori capaci di raccontare la propria storia criminale e umana.
Il cammino di documentazione è cominciato prima dell'uscita del film dei Taviani, coinvolgendo anche qualche attore dello stesso film. Nel film di Cinquemani, è Turco a intervistare i suoi attori, a farli aprire davanti alla macchina da presa come quando, sul palcoscenico raccontano la propria storia in forma di monologo. Un metodo di insegnamento teatrale, quello del racconto di sé, che se per gli attori spazza la strada da ogni timore o vergogna del palcoscenico, per i detenuti, oltre che occupare il tempo in carcere, ha la funzione di superamento dell'evento criminale e dell'accettazione della pena.
Giovanni Arcuri e Cosimo Rega (Cesare e Cassio in "Cesare deve Morire") ma anche
Renzo Danesi, Aniello Falanga, Salvo Buccafusca, Tonino Farinelli e altri sono i detenuti che attraverso il palcoscenico, e "La Compagnia Stabile Assai", hanno fatto questo cammino. Leggere le loro biografie (entrando nelle schede a fianco) è fondamentale per capire la durezza di questo percorso che spesso non è ancora finito.
Cinquemani riesce a raccontare un argomento così serio e già molto affrontato con un ritmo piacevole, senza indugiare troppo sugli inevitabili eccessi e lasciando la riflessione allo spettatore non indugiando su inquadrature e tematiche o scendendo nel didascalico. "
Offstage - Lontano dal palco" è stato presentato al festival di Courmayeur e sarà replicato alla Casa del Cinema di Roma il prossimo venerdì 27 alle ore 20.
23/12/2013, 09:00
Stefano Amadio