Presentato il corto "La Corsa" di Renzo Carbonera
La storia di una relazione, di un rapporto fra Uomo e Donna, universi distinti e spesso distanti, contrapposti. Una corsa verso cosa e lontano da chi? Non solo, anche l'analisi di una comunità in una comunità, quella greca all'interno della nostra città. Su questi temi si sviluppa il corto, girato fra il 17 e il 19 febbraio, a Abano, Padova e Noventana, della casa di produzione padovana
Film Art Studio, in collaborazione con
Officina Immagini, "
La corsa" di
Renzo Carbonera.
La crisi generale, da prima economica poi anche spirituale, relazionale, è forse uno degli elementi che rendono più fragili i rapporti, in un sistema sociale in cui la paura verso l'altro cresce e l'incapacità di fermarsi, alla ricerca di un dialogo, diviene sempre più concreta. "
La Corsa" si interroga sul rapporto uomo-donna senza fornire delle risposte, ma aprendo un tema di discussione sulla tendenza contemporanea alla "burocratizzazione" dei sentimenti. I protagonisti sono due greci che arrivano in città per costruire il proprio futuro, si piacciono, si amano, ma poi si rompe qualcosa. E a volte, per interrompere un rapporto da cui non si riesce a uscire solo con la propria volontà, si arrivano ad usare dei metodi impropri e incomprensibili. Insieme a questo c'è anche il tema dell'integrazione in una cultura, che ha usi, costumi, e anche percezione del tempo diverse da quelle d'origine, e fra il restare all'interno della microcomunità greca e il passaggio verso la comunità italiana, c'è il rischio di perdere qualche "pezzo" dei propri valori di appartenenza.
"
La Corsa" riporta Padova al centro di un set cinematografico, dopo la recente esperienza del film campione di incassi "
Sole a catinelle" di Checco Zalone, anche se il palcoscenico in cui è inserita la storia è più in generale un nord-est italiano fatto di infinite pianure, di centri commerciali e periferie di cemento.
Prodotto da
Film Art Studio, di
Barbara Manni e
Annapaola Facco, casa di produzione cinematografica che presta particolare attenzione alle tematiche sociali e di valorizzazione del territorio, insieme a
Officina Immagini, con Cremasco di recente colorist per "
Piccola Patria" del padovano Rossetto, l'opera ha la regia del giovane e talentuoso,
Renzo Carbonera, italiano e tedesco. I suoi documentari sono andati in onda su vari canali europei (Rai, Mediaset, Fox, Czech TV, YLE,SVT, ORF, RTSI,TVE) e il suo "
La Penna di Hemingway", produzione triestina, ha vinto premi in concorsi e festival internazionali.
A dare il volto ai protagonisti, Eleni e Nikos, ritroviamo
Anita Kravos e
Fabrizio Romagnoli. Kravos, friulana, interprete del ruolo di Talia concept ne "
La grande bellezza", in concorso agli Oscar, candidata al David nel 2010 con "A
lza la testa" con Castellitto, di recente coinvolta nel film veneto "
My name is Ernest", di Emilio Briguglio, sui periodi veneti del grande scrittore Hemingway, in cui è la contessina Adriana Ivancich.
Romagnoli, originario di Tolentino, Macerata, è apparso in "
Distretto di Polizia 11", con il regista padovano Belluco ne "
Il segreto" e "
Il Giorgione sulle tracce del genio", mentre in teatro, sua grande passione, nel musical di Gino Landi "
Il conte di Montecristo". Nel ruolo del carabiniere una colonna portante del circuito degli attori veneti:
Vasco Mirandola.
Un cast tecnico diviso fra Padova, Venezia e Vicenza, e, una serie di realtà economiche che han creduto nel progetto. Per ricreare l'atmosfera tipica della comunità ellenica, infatti, con l'hassapiko e l'hassaposerbiko protagonisti, balli tipici greci, è stato coinvolto il ristorante Zeus di Noventana, e il rappresentante della comunità ellenica Stelios Nalmpantidis, di Vicenza. La troupe si è poi spostata fra il Fishmarket, il ForumWellness di Padova, l'hotel Abano Ritz della famiglia Poletto, e ancora il cinema Lux e il Settore Servizi Sociali del Comune di Padova.
La colonna sonora è stata curata da
Dave Falciglia e
Silvia Alberti - alcune scene diventeranno il videoclip della canzone leit motiv "
Something could have never known" - e dalla band
Afros. Direttore di fotografia
Giovanni Andreotta e direttore di produzione
Marco Fantacuzzi, della realtà patavina Kinocchio. Fotografo di scena
Antonio Rasi Caldogno. A diffondere il progetto in Grecia, oltre al referente della comunità, anche la realtà vicentina di Agorà Traduzioni. Hanno contribuito alla realizzazione del progetto anche Stivanello Auto e Moda Cleb 4.
23/02/2014, 20:10