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Note di regia del documentario "Non per Scelta"


Note di regia del documentario
"Non per Scelta" nasce all’interno dell’Archivio della Memoria, un progetto della Coop. Esedra di Bari e di Fondazione con il Sud, gestito dal Nuovo Fantarca.
L’Archivio nato nel 2011 si è posto come obiettivo quella della ricostruzione della memoria storica di un quartiere giovane, nato agli inizi degli anni’60, apparentemente senza criteri urbanistici e senza un progetto di vita per le migliaia di persone, per lo più nuclei numerosi e poveri, sradicati da altri quartieri della città.
Un quartiere che nasce già senza una storia! Un quartiere che si è sempre caratterizzato nell’immaginario collettivo come zona Bronx, come periferia lontana dal centro della città, in cui la delinquenza minorile e la criminalità organizzata hanno avuto gioco facile. Fra dimenticanze, emarginazioni, pregiudizi, povertà e qualche strage, il San Paolo è riuscito a costruire esperienze di cittadinanza attiva, di partecipazione dal basso, di solidarietà e sperimentazioni culturali che hanno offerto un impulso straordinario e unico alla città. Il Comitato di Solidarietà, nato verso la fine degli anni ’80 ha raccolto attorno a sé persone delle più diverse provenienze e appartenenze politiche, culturali, sociali ma con chiari obiettivi comuni: il miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti attraverso l’offerta di servizi precisi e concreti. L’apertura dell’ospedale, la realizzazione di una metropolitana che accorciasse le distanze con il centro cittadino, la realizzazione di strutture educative e ludiche per i tanti bambini e adolescenti che popolavano le strade del quartiere, la bonifica e la valorizzazione della grande Lama Balice. Quel Comitato, animato da entusiasmo, compatezza, solidarietà vera e amore verso il quartiere nell’arco di quindici anni è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi. Oggi il Comitato non esiste piùe con lui un patrimonio di idee, di sperimentazioni, di laboratorio urbano a cielo aperto, di lavoro fatto assieme si è disperso, lasciando spazio a interventi frammentati e discontinui. Raccontare oggi quell’esperienza è non solo un atto d’amore e di riconoscenza verso il quartiere ma soprattutto un’esperienza forte, costruttiva da far conoscere a chi non c’era, un modo per fare memoria collettiva quanto mai utile a chi ancora sogna di cambiare.

Rosa Ferro