Tomás Milián a "Storie di Cinema"
Tomás Milián - nome d'arte di Tomás Quintín Rodríguez Varona y Milian - è al centro di "
Storie di Cinema", il settimanale a cura di
Tatti Sanguineti in onda su Iris, martedì 25 marzo, in seconda serata.
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Tomás Milián, detto "er cubano de Roma", è uno degli attori con più vite di tutto il cinema italiano", esordisce
Sanguineti. "
Figlio di un generale di Battista suicida, reduce dall'Actors' Studio (dove riesce ad approdare a dispetto di un incerto possesso dell'inglese), sbarca in Italia negli anni del cinema del centro-sinistra», racconta il critico savonese. «Per alcuni anni fu l'animale da salotto più seducente ed esotico di tutti i film dei grandi registi omosessuali di quel periodo: Zeffirelli, Bolognini, Visconti, Castellani. Appare persino ai piedi della croce de La ricotta di Pasolini".
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A metà dei '60" - continua
Sanguineti - "
Milián diventa l'antagonista per eccellenza di quel sottofilone dello spaghetti western ispirato a Castro, Guevara e alla guerriglia. Fu l'antagonista di Volonté, Franco Nero e persino di Orson Welles». «Negli anni della Roma più nera, più truce e violenta - conclude Tatti Sanguineti - Milián incarna una serie di eroi romani come nessun altro: il Gobbo, il Monnezza, Nico Giraldi".
A narrare gli oltre 100 film e "tutti i doppiatori che gli son scivolati sulle labbra" di Milián è l'editore del mensile Nocturno
Manlio Gomarasca, che da quasi vent'anni sta lavorando alla biografia Monnezza amore mio. "
Quando è a Roma" - ricorda Gomarasca - "
Tomás si innamora della città e della sua gente. Vuol essere uno del popolo ed imparare da esso, perciò non parla in italiano, ma in romanesco, come il Belli. Con la fama de Er Monnezza diventa ricco, ma con essa arrivano anche gli eccessi di droga e alcool. Dopo l'India e la riscoperta del lato spirituale, Milián torna e riprende ad interpretare il meccanico ladruncolo, ma in veste più familiare e meno volgare".
25/03/2014, 08:49