SOGNI DI GLORIA - Il "movie movie" del "John Snellinberg"
Con "
Sogni di gloria" il collettivo
John Snellinberg mette a segno una nuova prova ribelle e di successo, realizzata dopo l’acclamato "La Banda del Brasiliano".
Il collettivo lo definisce un “movie movie”, un film a episodi che si rifà alla tradizione dei film a brevi capitoli della tradizione italiana. Il tono infatti è agrodolce, ambientazioni provinciali di fabbrica e malessere contemporaneo, un film indipendente e autoprodotto che è costato tre anni di lavorazione. I risultati comunque sono ottimi, "Sogni di gloria" è una commedia melodrammatica sulla speranza e un racconto su eventi dolorosi che accadono a due personaggi del nostro tempo, giovani persi, precari e alla ricerca di una propia strada per sopravvivere nella giungla della marginalità quotidiana.
Si percepisce che il collettivo degli Snellinberg sia venuto su a colpi di Francesco Nuti e di “Berlinguer ti voglio bene”, le ambientazioni, le battute e persino alcuni personaggi sono un omaggio anche a quel cinema comico toscano che ha fatto furore nelle sale negli anni’80, precedendo ed ispirando la comicità più sorniona e buonista del buon Leonardo Pieraccioni.
Il film è anche un occasione per rivedere il “genius loci” fiorentino Carlo Monni in una delle sue ultime prove attoriali. L’attore è ben diretto, quasi perfetta per lui la parte di Maurino, vecchio giocatore di carte da casa del popolo che conosce vita morte e miracoli sulle storie del paese e sui trucchi per vincere al tavolo da gioco. I due episodi che compongono "Sogni di Gloria" portano il nome dei due protagonisti e raccontano due storie di periferia e di marginalità che la comicità e le battute toscane cercano di stemperare ma che rimangono comunque amare e molto crude.
Nel primo un cassainegrato, stanco e amareggiato viene convinto a sbattezzarsi da un collega anarchico. Lo scandalo serpeggia quando i familiari di Giulio, molto religiosi, vengono a sapere delle sue blasfeme intenzioni. Metteranno dunque in piedi un piano funambolico per farlo tornare “sulla retta via”. Nel secondo episodio il protagonista cinese ( Giulio ), studente fuori corso, in crisi con la ex e tormentato dalla famiglia, fa amicizia con un vecchio giocatore di carte ( Maurino ) che insieme al gioco gli insegnerà anche qualcosa sulla vita. Sullo sfondo di un torneo di briscola, scopa e tressette, popolato da personaggi stralunati, il secondo è forse l’episodio meglio diretto e recitato con più estro dall’insuperabile Carlo Monni che non vedevamo così in parte dalle epiche prove dai tempi di Bozzone/Vitellozzo.
Ottima la scelta della colonna sonora originale composta dai Calibro 35, altro collettivo di artisti con nel sangue le atmosfere polizziottesche e funk del nostro defunto cinema di genere ( o degenere ). Il film è in distribuzione in sala con CG HOME VIDEO e ha recentemente vinto il Rome Indipendent Film Festival 2014 ( Miglior Film ) e il Worldfest Houston Film Festival 2014.
20/05/2014, 20:05
Duccio Ricciardelli