CAM GIRL - Successo facile e pericoloso
Belle, bellissime, sole e qualche volta poco vestite. Si potrebbe concentare in queste poche parole il nuovo film di
Mirca Viola che sembra proprio avviata a una carriera da regista dopo quella di Miss.
"
Cam Girl" è la tipica operazione del nostro cinema senza troppa identità, né autoriale né commerciale, che cerca di prendere spunti dalla cronaca, li mischia con i generi cinematografici e con i (supposti) gusti del pubblico al fine di creare un prodotto e sperare nella fortuna.
Ed ecco allora la crisi e le persone (belle ragazze in questo caso) che provano a farcela in modo onesto ma che devono arrendersi davanti al mondo marcio e si vedono costrette a imboccare strade poco pulite per avere successo. Alla denuncia sociale, decisamente già vista in abbondanza, si aggiunga il genere sexy, il vedo e non vedo, a cominciare dalla locandina capace di attirare gli spettatori più "sensibili" all'argomento.
Ma "
Cam Girl", oltre ad offrire bellezze e forme femminili, non riesce ad approfondire gli argomenti trattati e, malgrado provi a creare empatia con i personaggi attraverso le loro storie personali, non arriva a coinvolgere a sufficienza. Ogni possibile sviluppo viene abbandonato per passare ad altro, giungendo alla fine del film senza un vero e proprio filo che faccia da guida.
E questo è un problema di regia e di capacità, non solo di scegliere gli interpreti, i vestiti o gli accessori, ma di saper raccontare attraverso la macchina da presa creando omogeneità, interesse e scorrevolezza.
Le interpreti, a cominciare da
Antonia Liskova, fanno la loro figura in déshabillé e nei primi piani intensi, ma fanno molta fatica ad esprimersi attraverso parole e mimica.
21/05/2014, 15:15
Stefano Amadio