Fondazione Fare Cinema
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I vincitori di Lavori in Corto 2014


I vincitori di Lavori in Corto 2014
T'Avrei Voluta Ancora
MENZIONI SPECIALI DELLA GIURIA:

- TRASCURIAMO L’ARTE realizzato dalla classe 1A della Scuola Media Statale Calvino di Vimercate
La giuria ha deciso pressoché unanimamente di premiare il corto TrasCuriamo l'arte riconoscendo ai ragazzi della scuola media Italo Calvino coinvolti come attori e agli insegnanti e operatori tecnici una maturità professionale eccezionale nella difficile realizzazione di tableaux vivants di famosi quadri italiani. Inoltre la giuria ha apprezzato il taglio registico in cui spicca una giusta ironia con cui i ragazzi interpretano i vari personaggi dei quadri utilizzando il linguaggio del gioco proprio dei ragazzi. in questo caso un gioco molto "artistico".

- CONGA NO VA di Chiara Contatore, Jennifer Callipo, Marina De Angeli e Giovanna Spampinato
Menzione speciale a Conga no va: per l’impegno sociale di queste giovani donne, registe di un processo di riappropriazione della dignità umana che parte da una piccola comunità peruviana. Fondamentale è il discorso che si basa sulla visione dell’acqua come “essere vivo” e sul rapporto uomo-natura: un legame sociale che si rinnova nella lotta contro il dispotismo e si rinsalda nella difesa della sovranità popolare.

GRAN PREMIO DELLA GIURIA (FILM COMMISSION) EX AEQUO A:

- BRERA, UN’ALTRA STORIA di Stefano Conca Bonizzoni
Un lavoro che riesce a far vivere le opere d'arte al di là della 'semplice' visione, non trascurando gli aspetti interculturali e politici, alla ricerca di storie ed emozioni insolite e di una personalizzazione che sembra l'unico modo di fare propria l'esperienza artistica. Colpisce in maniera profonda la leggerezza ed emozione che viene trasmessa attraverso il racconto delle vite dei protagonisti della storia.

- ECO di Abdelmjid El Farji e Gisella Vasta
Questo documentario permette di avere una visione sulla Primavera Araba da più punti di vista ed è questo che rende la sua efficacia nel trasmettere il messaggio: la voglia di un desiderio, di un rinnovamento dei regimi politici. Nonostante il tema molto delicato, qui i registi decidono di rendere la proiezione scorrevole e allo stesso tempo riflessiva, cercando di far emergere le ragioni che hanno spinto le persone alla “rivoluzione”, aspetto quasi trascurato dai media.
Vengono fatte diverse riflessioni sia nei confronti dei paesi d’origine sia nei confronti della Comunità Europea con un invito ad una collaborazione effettiva, cordiale e non con dei semplici aiuti che rischiano di essere fini a se stessi.
Da questa proiezione si percepisce una grande partecipazione e una voglia di riscatto per i propri paesi che permette di cogliere una sorta di ottimismo, un ottimismo non cieco chiaramente, come affermano sia Hedy Krissane: “Auguro che sia il secolo della parità” sia il regista stesso: “Mi auguro che dopo tutto questo, ci sarà un paese che abbracci i nostri figli”.
Questo documentario è un affresco importante per quel che è accaduto e quello che ancora sta accadendo nel Mediterraneo, è un documentario da vedere e da tenere a mente, anche più di quanto non venga naturale fare dopo la visione.

PREMIO SICUREZZA E LAVORO: RIMAFLOW di Marco Graf
per aver raccontato in maniera originale ed efficace il dramma degli operai licenziati dalla Maflow di Trezzano sul Naviglio (MI), ma anche la loro voglia di rialzarsi e provare a costruirsi un futuro, recuperando gli spazi industriali dove lavoravano e trasformandoli in un mercato del ri-uso e in un luogo di aggregazione. Riciclando oggetti ritenuti inservibili e riciclando se stessi, lavoratori trattati come “rifiuti” scoprono così nuove potenzialità e si riappropriano del lavoro e della loro vita.

PREMIO ARMANDO CESTE: T’AVREI VOLUTA ANCORA di Stefano Resciniti
La giuria riunitasi ha deciso di assegnare unanimamente il premio del concorso della terza edizione di Lavori in Corto a “T'avrei voluta ancora” di Stefano Resciniti.
I giurati hanno riconosciuto al film l'originalità del soggetto e la qualità della regia che ha saputo trovare una cifra stilistica personale e inusuale per il genere del documentario di impegno sociale e/o di lotta. Vogliamo infine sottolineare, nella loro semplicità, la poeticità dei testi che raccontano di una memoria che appartiene e in cui si può riflettere una intera comunità colpita dagli espropri come conseguenza della Tav.

27/05/2014, 08:46