Omaggio a Philippe Noiret a Milano
Dal 4 al 27 luglio 2014 presso il
MIC - Museo Interattivo del Cinema di Milano, Fondazione Cineteca Italiana presenta
Omaggio a Philippe Noiret, una rassegna di otto film con protagonista il carismatico attore francese scomparso nel 2006.
Nato a Lille nel 1930, Noiret fece il suo esordio sul grande schermo con una piccola parte in "
Gigi" (1949) di Jacqueline Audry, e da quel momento interpreta circa centoquaranta pellicole, per una carriera lunga più di mezzo secolo. Noto per la sua mimica facciale da uomo pigro e disilluso, che ricorda vagamente il muso di un cane (animale che Noiret amava moltissimo), e caratterizzato da una corporatura ingombrante, l’attore francese fu particolarmente a suo agio nei ruoli di uomo qualunque di mezza età, lontanissimo com’era da ogni idealizzazione da eroe romantico.
Gourmet e viveur, sofisticato fumatore di sigari e grande appassionato d’arte, Philippe Noiret ha vinto due volte il premio César come miglior attore, ed è oggi riconosciuto come uno dei più grandi interpreti di sempre del cinema europeo, amatissimo sia in patria che in Italia, dove ha lavorato con registi del calibro di Ferreri, Monicelli e Tornatore.
Il primo appuntamento della rassegna è venerdì 4 luglio con il controverso capolavoro di Marco Ferreri
La grande abbuffata (1973), dove Noiret interpreta, in compagnia di Marcello Mastroianni, Michel Piccoli e Ugo Tognazzi, uno dei quattro suicidi “edonisti” del film. Sempre per la regia di Ferreri la Cineteca propone il surreale "
Non toccate la donna bianca" (1974), geniale rivisitazione della battaglia di Little Big Horn nella Parigi dell’epoca.
La rassegna continua con "
Il testimone" (1978) di Jean-Pierre Mocky, atto d’accusa verso la pena di morte che vede la gara di bravura di Noiret con un grande del cinema italiano come Alberto Sordi. Con il cult "
Amici miei" (1975) di Mario Monicelli emerge invece tutta la verve comica dell’attore francese; mentre ne "
Il deserto dei tartari" (1976) di Valerio Zurlini interpreta un vecchio colonnello di un esercito austro-ungarico in declino. L’andamento pigro e l’espressione disillusa sono sfruttate a meraviglia da Bertrand Tavernier in "
Colpo di spugna" (1981), dove l’attore francese fa emergere il suo lato più cupo. È invece estremamente commovente la prova di Noiret in "
Gli occhiali d’oro" (1987) di Giuliano Montaldo, dove interpreta un vecchio medico omosessuale alle prese con i pregiudizi dei suoi concittadini.
La rassegna si chiuderà con l’amatissimo "
Il postino" (1994) di Michael Radford, una delle ultime e più apprezzate prove di Noiret, che qui interpreta, a fianco di Massimo Troisi, un Pablo Neruda in esilio nel Sud Italia.
16/06/2014, 20:41