LAMPEDUSANI - Un viaggio nella terra dell'accoglienza
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Occupano i nostri posti anche quando noi stiamo seduti e loro viaggiano in piedi…".
Mentre un barcone costeggia Lampedusa lasciando intravedere alla distanza il monumento della “Porta dell’Europa” dell’artista Mimmo Paladino, "
LampeduSani" di
Costanza Quatriglio si apre con la voce rauca di
Erri De Luca che cita per due volte le parole del poeta brasiliano Ledo Ivo.
Non è la prima volta che lo scrittore napoletano lavora insieme alla Quatriglio che, da più di dieci anni, è sicuramente uno degli sguardi più interessanti del cinema italiano. Nell’opera prima “
L’isola” (2003), presentata al Festival di Cannes e vincitrice del Nastro d’Argento per la colonna sonora di Paolo Fresu, De Luca aveva interpretato un confinato, nei “LampeduSani” è viandante che va all’ascolto della gente di quel fazzoletto di terra in mezzo al Mediterraneo, più vicino alle coste africane che a quelle italiane, e che è diventato il porto franco (quando non si incorre nella tragedia) per migliaia di uomini, donne e bambini che fuggono da guerre, persecuzioni e miseria.
Lampedusa è oggi Itaca di “partiti che non hanno avuto libertà perché libertà era restare nella loro terra” e “
LampeduSani” è un docu-corto sul sentimento di accoglienza e misericordia degli abitanti dell’isola che ormai sono i protagonisti a latere nelle storie delle spinte migratorie che la cronaca ci fa conoscere tutti i giorni.
De Luca incontra un pescatore che gli racconta dello stato di ansia in cui è caduto dopo aver tentato di soccorrere dei naufraghi, un sub (con un filo di commozione), invece, gli descrive lo scenario apocalittico che si è trovato sul fondo delle acque, dei tanti corpi ammassati e senza di vita. La Lampedusa della solidarietà che si stringe alla disperazione, al lutto dei fratelli “stranieri” e che vede in loro pure la linfa di una rinascente comunità che non vuole alzare muri mentali, viene raccontata poi da voci femminili direttamente impegnate a prestare soccorso ed aiuto nei casi di emergenza.
Ma la vita che si incanala in un’altra vita, la fratellanza tra la gente del posto e i migranti, nel film della Quatriglio diventa pure una promessa di futuro che viene testimoniata da Adam, il ragazzo di colore adottato dagli isolani che studia al liceo e tutto solo prova e riprova i tocchi di palla in un campo sterrato dove oltre la porta si vede un cimitero di navigli-naufraghi.
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LampeduSani” è sì pure una sferzata all’Europa, alle sue leggi non giuste sull’immigrazione, ma i venticinque minuti di immagini scorrono come un salmo di chi dà pane, ristoro e vita al fratello sconosciuto che chiede soccorso. E alla stessa maniera le parole di Erri De Luca sono musica orante: "
…I nodi si stringono o si disfano, i lampedusani hanno afferrato i capi del loro nodo in mare e l’hanno sciolto. Sono stati emigranti, pescatori sanno del mare quello che contiene. Leggi di Continente hanno voluto serrare il nodo e fare terra chiusa, i lampedusani hanno slegato e fatto terra aperta…"… Bella e sana è la gente di Lampedusa... Non conosce il sentimento dell’ostilità.
17/07/2014, 15:29
Mimmo Mastrangelo