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VENEZIA 71 - "Anime Nere": una vita senza intonaco


"Anime Nere" di Francesco Munzi è il primo film italiano in Concorso. Una storia di malavita calabrese tra luci europee e ombre dell'aspromonte. VIDEO


VENEZIA 71 -
Una scena di "Anime Nere" di Francesco Munzi, in Concorso a Venezia
È un'immagine diversa della malavita organizzata. Non la mafia siciliana, non la camorra campana, Francesco Munzi entra in un mondo chiuso e misterioso che non vuole staccarsi dalle radici, quello della 'ndrangheta calabrese, efficiente in tutto il mondo quanto incollata alla terra e alle tradizioni.

Un'Italia che esiste, è inutile negarlo, e che vive di traffico di cocaina e di agroalimentare, due attività che alla fine sono una bella fetta del nostro pil, legale e illegale; le capre, l'insalata dell'Aspromonte con i boss colombiani e la bella vita del profondo nord. I malavitosi di Munzi vivono in entrambe le situazioni, entrandone e uscendone senza traumi, anzi con orgoglio tutto paesano.

Quello che si riesce a vedere in "Anime Nere" è la pochezza della vita malavitosa che, a parte le auto di lusso, rimane attaccata all'ovile e al vino sfuso, preferendo spendere per una Mercedes che per intonacare e verniciare la facciata o le scale di casa. Una distanza dall'estetica, una pochezza d'animo, un'attitudine all'omertà che legate all'assenza di umanità sono il mix perfetto per il prosperare della malavita.

Gli interpreti sono misurati e commisurati alla fermezza dei personaggi e alla cupezza delle situazioni, con Marco Leonardi e Peppino Mazzotta a guidare la pattuglia degli attori professionisti e non. Munzi riesce a trovare dettagli e abitudini che rendono al meglio l'idea dell'ambiente, con immagini e situazioni rurali che ricordano da vicino "Le Quattro Volte" di Michelangelo Frammartino.

Il genere funziona anche se sembra che per gli autori italiani sia impensabile arricchire le proprie opere pensando allo spettacolo; fuori dallo schermo ogni tipo di azione pur avendo una sceneggiatura giusta e predisposta. Una sparatoria, un inseguimento, una panoramica sulle ballerine in topless, gli americani ci insegnano, danno valore al film senza togliere nulla all'autorialità che il regista vuole dare al suo lavoro.

Nel complesso "Anime Nere" è un film interessante che butta una luce su una malavita organizzata che cerca in tutti i modi di rimanere nell'ombra.

INTERVISTA CON FRANCESCO MUNZI


Immagini e montaggio di Andrea Santocco


Intervista esclusiva di cinemaitaliano


29/08/2014, 13:56

Stefano Amadio