VENEZIA 71 - "La Vita Oscena" di Renato De Maria
Il film omonimo, presentato nella sezione
Orizzonti, è la storia di Andrea (Clément Metayer), un giovane con la passione per Georg Trackl, poeta evocatore di una solitudine che avvolge ogni cosa, che viene scaraventato nel vuoto dell’esistenza a causa della morte prematura prima del padre,
Roberto De Francesco e poi della madre, una
Isabella Ferrari, in versione figlia dei fiori.
Rimasto solo, “come un animale braccato e ferito”, il protagonista sulle ruote del suo inseparabile skateboard dirupa volontariamente verso il baratro, nel tentativo di annichilirsi. Una discesa agli inferi dove le tappe dell’autodistruzione sono scandite da tentati suicidi, droga, e da degradanti esperienze sessuali, intervallati da lunghi flashback, più che mielosi, dove Andrea rivive il ricordo della vita felice e piena d’amore trascorsa con i genitori.
Così
Renato De Maria racconta “una storia di formazione ad impatto universale. Un viaggio allucinato e psichedelico per il quale mi sono ispirato a registi come David Lynch, e Gaspar Noé”, spiega il regista. Ma il risultato non è quello sperato, il film appare alla fine troppo esasperato dal punto di vista visivo, gli effetti speciali per creare l'atmosfera onirica e surreale finiscono ben presto per sostituirsi alla sceneggiatura. Mentre il francese
Clément Métayer che il regista ha scelto per il ruolo di Andrea dopo averlo visto recitare nel film Après mai, di Olivier Assayas, fa quel che può per attenuare l’effetto soporifero della voce narrante e compensare con la propria espressività l’assenza di dialoghi.
La vita oscena, un film costato 650 mila euro, sembra comunque destinato ad attrarre i giovani “che con la storia di Andrea si riconoscerebbero”, ha concluso
Riccardo Scamarcio che, insieme ad
Isabella Ferrari, ne è il produttore associato.
29/08/2014, 14:17
Monica Straniero