LA BUCA - Tanti interessi e un'amicizia forzata
Ci si aspetta molto dal film di
Daniele Ciprì. Ma si rimane delusi dal dover appurare che quello che faceva ridere, nella famosa coppia di Cinico Tv e di un decennio di film a quattro mani, era
Franco Maresco.
"
La Buca" è, per dirla con le parole dell'autore, un viaggio che parte da sensazioni e fantasia ma che purtroppo dimostra una serie di limiti mettendo troppa carne al fuoco senza bilanciare le dosi e i sapori.
La sceneggiatrice
Alessandra Acciai parla, in conferenza stampa, di riunioni di sceneggiatura, di sedute creative per decidere i caratteri e i percorsi della storia. Ma poi, dopo la divertente riunione creativa, la sceneggiatura bisogna scriverla; carta e penna, o computer, ed è lì che nasce il film, non con le chiacchiere.
E infatti la storia è veramente scarna e spesso non troppo originale, i personaggi sono disegnati su cliché, e i collegamenti o le sottotrame risultano del tutto assenti mentre poco chiara è la decisione di ambientare il film in un tempo indefinibile e in un luogo imprecisato.
La direzione degli attori sembra poco approfondita e, mentre
Rocco Papaleo se la cava con una quasi assenza di espressioni e movimenti,
Sergio Castellitto deborda con mossette, ammiccamenti e scatti, sicuramente molto divertenti per lui che le ha fatte, meno per chi guarda. Dalla prima inquadratura, con una smorfia in primo piano, l'attore mette il timbro sulla direzione che la sua interpretazione prenderà.
Valeria Bruni Tedeschi è contenuta e apprezzabile quanto irrilevante (ma non è colpa sua) mentre le diverse apparizioni di attori meno noti o non professionisti sono solo un lontano ricordo dei personaggi presi in strada per cinico tv e non solo.
Bella è la fotografia curata dallo stesso Ciprì che conferma le sue doti tecniche nel confezionamento delle immagini come fossero dipinti. Ma la regia è un'altra cosa e "
La Buca" ha tutte le caratteristiche per farcelo comprendere
18/09/2014, 19:05
Stefano Amadio